Com'è cambiata la musica in Italia nell'era dello streaming

16 gennaio 2019

La rivoluzione generazionale dell'industria

Le classifiche annuali di FIMI pubblicate nei giorni scorsi raccontano un anno di musica nel nostro Paese attraverso i canali di vendita di CD, vinili, streaming e download. È stato un anno importante, pieno di cambiamenti e sempre più descritto attraverso la lente dell'innovazione spinta che accompagna ormai da anni questo settore. L'effetto più significativo è sicuramente legato al dominio del rap/trap, che dilaga in realtà non solo in Italia. Le giovanissime generazioni, grandi fan dello streaming e heavy user degli smartphone, hanno trascinato i propri beniamini in cima a tutte le classifiche introducendo anche una rivoluzione generazionale molto rilevante. Complessivamente, nella Top Ten Album gli artisti con meno di trent'anni sono stati otto su dieci, un cambiamento sicuramente epocale per un segmento che nell'epoca del fisico era stabilmente legato al pop italiano tradizionale e agli artisti di lungo corso.

L'innovazione al suono del rap

Secondo una ricerca di IFPI, in Italia nel 2018 hip-hop/rap/trap hanno raccolto uno share del 51 % tra i consumatori della fascia 16-24 anni (gli stessi che utilizzano per il 94% lo smartphone per ascoltare musica). Questo non significa che le classifiche siano state esclusivamente dominate da artisti di questo segmento: anche altri generi e altri giovani emergenti hanno ottenuto performance notevoli, confermando ancora una volta che gli investimenti effettuati dalle etichette musicali negli anni della crisi stanno generando ritorni importanti nel ricambio generazionale in corso nella musica italiana.

Il dominio della musica italiana

Con 29 album nei primi 30, la produzione italiana ha raccolto nel 2018 una delle prestazioni più rilevanti di tutti i tempi e paradossalmente ciò è avvenuto proprio nell'era dello streaming, segno di un processo irreversibile che sta facendo crescere sempre di più gli utilizzatori delle piattaforme online. Negli anni scorsi qualcuno aveva sostenuto che lo streaming in Italia avrebbe dato un forte impulso al repertorio internazionale, soprattutto alle hit globali che dominano nelle principali playlist, penalizzando il repertorio locale. La risposta del mercato è stata invece esattamente l'opposto: anche nei singoli il repertorio italiano è cresciuto notevolmente, segno di un'evoluzione non solo generazionale ma anche artistica. I nuovi talenti sono a proprio agio nella musica liquida e nei canali social: spesso lontani dai media tradizionali, sono in grado di raccogliere lo stesso un'ampia rete di fan e di conquistare le classifiche di vendita come mai avvenuto prima d'ora.