Emergenza Coronavirus: un colpo al cuore per l’industria culturale italiana

9 marzo 2020

La situazione che si è creata negli ultimi giorni con le disposizioni relative all’emergenza Coronavirus nel mondo degli eventi e più in generale nel settore della cultura potrebbe portare a una crisi irreversibile. Molte rappresentanze del settore hanno evidenziato le problematiche che riguardano concerti, cinema, teatri, ma anche incontri con autori, showcase e instore di artisti in tutta Italia.

Interventi immediati a sostegno dell’intero settore culturale per contenere il pesantissimo impatto che l’emergenza Coronavirus sta avendo sulle imprese e sui lavoratori sono stati richiesti ieri al Governo da Innocenzo Cipolletta, presidente di Confindustria Cultura Italia (CCI), Federazione Italiana dell’Industria Culturale che riunisce le associazioni dell’editoria (AIE), della musica (AFI, FIMI, PMI), del cinema e audiovisivo (ANICA, APA, UNIVIDEO) e servizi per la valorizzazione del patrimonio culturale (AICC), in una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, e al Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli.

“Gli effetti della diffusione del virus sulle aziende e lavoratori del settore - spiega Cipolletta - sono significativi e preoccupanti. Il drastico calo di vendite di prodotti culturali, libri, musica e dvd, la cancellazione di concerti, la disdetta di mostre e visite culturali con presenze nei musei che non raggiungono il 20% di quelle normalmente registrate, l’annullamento di festival ed eventi fieristici, la chiusura delle sale cinematografiche, la sospensione delle produzioni audiovisive nazionali e internazionali e in generale il congelamento di attività o iniziative già programmate stanno generando infatti danni economici assai rilevanti su tutto il territorio nazionale, stravolgendo investimenti e sviluppo delle industrie per quest’anno e, probabilmente, anche per quelli a venire e generando una crisi di liquidità per le aziende del settore”.

In quest’ultimo weekend gli incassi cinematografici sono crollati del 75% e sono andate al cinema solo 324.000 persone, mentre l’anno scorso erano più di un milione; nella sola giornata di ieri, il crollo ha raggiunto il 90%. Il 70% delle prenotazioni online di mostre e musei sono state cancellate, così come ben 7.400 spettacoli dal vivo provocando perdite di incassi pari a 10,5 milioni di euro per i soli eventi musicali, mentre i libri hanno subito un calo di vendite del 25% con punte del 70% nelle zone maggiormente colpite dal virus.

Quella che le imprese culturali stanno affrontando ha ormai il carattere di una vera e propria calamità, al pari di quanto sta avvenendo per molte altre imprese che operano in Italia, che potrebbe produrre danni strutturali con il rischio di piegare un sistema di imprese strategico per il futuro del Paese, per la salvaguardia del suo patrimonio, la diffusione della cultura, essenziale non solo per l’economia italiana ma per la stessa qualità della vita. Va affrontata in una logica emergenziale anche questa parte della crisi che sta attraversando il sistema Italia, con interventi urgenti di contenimento dei suoi effetti a breve e medio termine.

Si tratta di affrontare questa crisi come una vera e propria calamità naturale, con cinema, teatri e venue da concerti che sono nell’identica situazione di strutture distrutte ed inagibili per un terremoto o un’alluvione