Che la rivoluzione dello streaming stesse per travolgere anche l’evento centrale della televisione italiana lo si era intuito già da tempo ma nell’anno della pandemia abbiamo subito percepito quanto fosse impattante l’innovazione spinta su questo fronte e il profondo cambiamento in atto nelle attività online degli italiani.
Un osservatore superficiale, che si limitasse ai tradizionali dati di ascolto della televisione, scesi nel totale, percepirebbe un calo di audience del Festival di Sanremo 2021 con un relativo declino della manifestazione. Meno 30% di audience tv.
Ma se osservassimo i dati attraverso un’analisi più approfondita ciò che emergerebbe è che una rivoluzione silenziosa ha attraversato il Paese in questo anno terribile e si è impossessata anche dello show musicale da sempre legato alla tradizione televisiva più popolare.
Per percepire a fondo come l’evento si fosse trasformato non è necessario passare una serata, come è accaduto al sottoscritto, con un gruppo di teenager rigorosamente distanziati nelle proprie dimore ma follemente coinvolti tramite i propri smartphone e relative applicazioni social, ma basterebbe leggere i dati della prima serata.
Il cambiamento generazionale in atto negli ultimi anni nella musica italiana è stato il primo passo per rinnovare il cast, e questo ha significato per i direttori artistici che si sono susseguiti in questi ultimi anni, da Baglioni ad Amadeus, guardare con più attenzione alle classifiche e ai generi più seguiti dai giovanissimi.
Un cast che ha portato all’Ariston artisti che fino a sei, dieci anni fa non avrebbero mai avuto accesso al festival. La rivoluzione dello streaming musicale, guidata dalla generazione Z e dei generi musicali emergenti, ha fatto il resto grazie anche all’innovazione nei mezzi di comunicazione social e delle opzioni digitali che hanno aggiunto alla televisione lineare altri canali (second screen). Nel caso di RAI, la piattaforma RaiPlay con le sue declinazioni e ovviamente tutti i canali social.
Un dato su tutti è sembrato emergere come molto interessante ( e con importanti rilievi anche per il target pubblicitario). Nella prima serata il festival ha raggiunto uno share del 71% tra le ragazze tra 14-24 anni e quasi il 64% su questo target in generale. Una crescita molto decisa nel segmento della generazione Z che ha poi avuto un impatto anche sulle interazioni social con una crescita del 31% sul 2020 e 4 milioni di interazioni nelle ventiquattro ore. Ricordiamo che l’engagement dei 14-24 anni nello streaming musicale è dell’85% in Italia e pertanto questa crescita negli ascolti del Festival è una importante buona notizia.
La piattaforma di RaiPlay ha visto un incremento del 45% di ascolti rispetto al 2020 con +62% sulle clip e on demand, +123% sul target 14-24. Allo stesso tempo le piattaforme di streaming musicale hanno visto un contestuale boom di ascolti nella prime due serate dove venivano messi a disposizione i brani dei cantanti in gara. Diverse piattaforme online, in collaborazione con le case discografiche, hanno realizzato particolari iniziative per sostenere la promozione dei brani e anche sul fronte dell’ecommerce sono state predisposte edizioni limitate in vinile delle novità pubblicate dai cantanti in gara.
Vale la pena ricordare come lo streaming musicale abbia superato in Italia l’80% del mercato nel 2020, con una notevole crescita negli abbonamenti. Da rilevare anche che il 92% del target 14-24 utilizza uno smartphone per ascoltare musica in Italia e che tale classe di età rappresenta di gran lunga quella più forte nei consumi di musica oggi in Italia.
È pertanto emerso che i meccanismi tradizionali di misurazione del successo di una manifestazione televisiva, nell’era dello streaming, non costituiscono l’unico metro di valutazione. Come avvenuto con le classifiche di vendita di musica che hanno integrato i consumi streaming insieme alle vendite fisiche di CD e vinili per monitorare il successo di un cantante, anche i dati di ascolto vanno letti in un contesto diverso.