Le classifiche musicali sono da sempre il termometro del successo di un artista e per lungo tempo sono state legate agli acquisti di supporti, prima vinile e cd musicali, poi download. Si entrava su Itunes come si entrava in un negozio dischi. Ma i consumi sono cambiati. Dal possesso si è passati all’accesso di musica. Lo streaming anche in Italia è cresciuto del 30% nel 2016 e rappresenta il 70 % del segmento digitale e il 36 % di tutto il mercato. Oltre 10 miliardi di stream sono stati ascoltati dai fan di musica italiani nell’anno passato.
Di fronte all’innovazione spinta parte la nuova rivoluzione delle classifiche. Da venerdì 7 luglio lo streaming sarà conteggiato anche per le classifiche degli album Top of the Music by FIMI/GfK offrendo la fotografia più vicina possibile ai consumi musicali di oggi nel nostro Paese.
Lo streaming deciderà la top ten, con vinili e download
Insieme agli acquisti di cd musicali, vinili e download, l’ascolto di album in streaming contribuirà a determinare la scalata in top ten e allo stesso tempo lo streaming contribuirà a stabilire l’accesso agli award di Platino e d’oro, prova definitiva della popolarità di un artista. Un mix quindi di acquisti e ascolti che segnano l’innovazione in atto.
L’industria discografica è il settore che è nello stadio più avanzato della rivoluzione streaming. 112 milioni di consumatori sono oggi iscritti ad un servizio premium di musica, da Apple Music a Spotify a Google Play o Deezer. In Svezia, ad esempio, il 68 % del mercato è costituito da servizi streaming. La popolarità degli artisti è in crescita e i consumi stanno esplodendo ovunque a livello globale.