I dieci anni che hanno cambiato la musica in Italia

17 dicembre 2019

Una rivoluzione tecnologica ma anche creativa e generazionale: questo hanno rappresentato gli ultimi dieci anni per la musica nel nostro Paese: il 2010 si è infatti presentato come l’inizio di una lunga traversata nel deserto. Nonostante la rivoluzione del download, guidata principalmente da iTunes e da un business di singole tracce, l’anno si apriva con il bilancio del 2009 a segnare un deciso -29%, un forte declino del fisico e una piccola percentuale di digitale a rappresentare l’unica nota positiva. Il 2010 si conferma invece con una buona performance complessiva del segmento album (con il segmento fisico in leggera ripresa) e un fatturato in crescita dal download. Fu l’anno di Ligabue, che con Arrivederci Mostro dominò le classifiche.

Il 2011 segna la definitiva affermazione del download: è l’inizio della stagione dello streaming legata tuttavia a YouTube. Il 20% del mercato è ora liquido: siamo all’inizio della seconda rivoluzione digitale. Sarà Vasco Rossi con Vivere o Niente a vincere il “campionato” della Top Ten annuale di FIMI. E mentre corre anche l’e-commerce con Amazon tra i principali retailer di musica fisica, il 2012 si chiude con un -5%. È l’anno di Tiziano Ferro con l’Amore è una cosa semplice, YouTube traina lo streaming ad-supported con una crescita del 77% ed esplodono i diritti connessi (le utilizzazioni secondarie di musica in radio, televisioni, bar e centri commerciali) con un +37%. Il cd continua a soffrire e si aggrava la crisi del retailer tradizionale; cresce invece il vinile, che inizia la lunga cavalcata che in pochi anni lo porterà al 10% del mercato. Il repertorio italiano supera il 50% del venduto.

Il 2013 è l’anno dell’inversione di tendenza: dopo undici anni di crisi, per la prima volta torna il segno più. È infatti l’anno del lancio di Spotify in Italia, lo streaming audio batte YouTube e il digitale nel suo complesso è ormai pari al 32% del mercato. Mondovisione di Luciano Ligabue è l’album dell’anno, in un’annata in cui nove sui dieci titoli della Top Ten sono italiani, mentre tra i singoli si balla sulle note di Get Lucky dei Daft Punk con Pharrel Williams. Lo streaming parla straniero e la trap deve ancora nascere. Il 2014 vede un ulteriore crescita del mercato del 4% e il digitale sfiora il 40% del fatturato: vince Vasco Rossi con l’album Sono Innocente.

Il 2014 segna l’inserimento dello streaming audio a fianco al download nella classifica Singoli FIMI/GFK, segno della prepotente affermazione del segmento, che rappresenta da solo il 22% del mercato. Nel 2015 il digitale supera ormai il 40% del fatturato e il mercato italiano vede un balzo ulteriore del 21% con lo streaming premium, legato cioè agli abbonamenti, che cresce in maniera significativa. Grazie al repertorio italiano, che vede al primo posto l’album di Jovanotti Lorenzo 2015 CC. Si ha un colpo di coda del cd, che torna a crescere con un clamoroso +18%, e si registrano nuovamente nove album italiani tra i primi dieci.

Nel 2016 lo streaming arriva a generare 35 milioni contro i 2 milioni di solo quattro anni prima. Il 30% di crescita riguarda gli abbonamenti e, in un mercato che cresce di un modesto 1% dopo l’incredibile performance dell’anno precedente, il fisico mantiene ancora il 54% di market share. Continua invece il calo del download, che si avvia verso un anticipato tramonto, mentre il vinile supera l’8%. Nello stesso anno la FIMI torna a produrre una classifica dei vinili, segno della popolarità del supporto tra i consumatori.

Esplode in contemporanea la questione del Value Gap e dei bassi ricavi da YouTube, mentre la terza rivoluzione digitale è ormai raccontata attraverso il successo di Spotify e dell’audio streaming anche nel nostro Paese. Lo streaming arriva a 100 milioni di ascolti nel corso dell’anno, ma è in buona parte ancora l’anno del fisico e del disco di Natale. Mina e Celentano trionfano in una top ten dominata dagli italiani con Le migliori. Nel corso dell’anno 25 artisti italiani si sono alternati al primo posto degli album: il repertorio italiano domina ormai incontrastato il mercato nazionale.

Il 2017 segna una piccola frenata, ma è l’anno nel quale lo streaming supera il CD. Da solo lo streaming arriva a rappresentare il 45% del mercato: è l’anno della riscossa dell’internazionale che dopo diciassette anni grazie ad Ed Sheeran ritrova la vetta della classifica degli album. In ogni caso nove su dieci restano album di casa nostra. Gli artisti italiani cominciano ad affacciarsi ai piani alti anche dei singoli digitali, un cambio generazionale che vedrà poi il definitivo trionfo dell’hip hop tra il 2018 e il 2019.

Il 2018 è l’anno dell’inserimento dello streaming nelle classifiche album, una nuova data miliare nella storia dell’industria discografica in Italia. L’anno è di Sfera Ebbasta che piazza il suo Rockstar in cima alla classifica annuale. Un solo artista internazionale si trova nei primi trenta, mentre otto dei primi dieci artisti in top album hanno meno di trent’anni. La rivoluzione dello smartphone e dello streaming impatta in modo deciso anche sui singoli, dove sette su dieci sono italiani e al primo posto, per la prima volta nell’era digitale, si piazza un’artista italiana con Amore e Capoeira, hit estiva di Takagi & Ketra feat. Giusy Ferreri & Sean Kingston. Il mercato cresce del 2,6% nel 2018 e lo streaming è ormai oltre il 60% dei ricavi.