Nei giorni scorsi al Medimex di Taranto si è discusso – in una tavola con il sottoscritto e rappresentati dal mondo dell’industria e degli artisti – dell’evoluzione sempre più spinta dell’AI generativa nel settore musicale e di come questa rivoluzione continui a incidere sempre più profondamente nel mercato.
Tutto questo mentre, proprio due giorni fa, la Recording Industry Association of America (RIAA) ha annunciato due cause per “violazione del copyright basate sulla violazione di massa di registrazioni sonore protette da copyright, copiate e sfruttate senza autorizzazione da due servizi di generazione musicale multimilionari, Suno e Udio”.
Da un lato vi sono grandi preoccupazioni riguardo all’integrità artistica, al termine delle opportunità retribuite per i musicisti che lavorano e a molte questioni sul controllo e sul copyright; dall’altro emergono anche le potenzialità che gli strumenti di AI generativa stanno avendo nel settore. Ci sono infatti aspetti tecnologici che riguardano la creatività e la produzione, ma anche altre aree del settore fortemente dipendenti dalle innovazioni che l’AI sta introducendo.
AI generativa: composizione e produzione musicale
La parte che riguarda la composizione, ovvero la generazione di testi e musica, lancia nuove sfide per i creatori ma offre anche nuovi strumenti di ausilio alla produzione.
L’intero corpus di un autore o musicista diviene la fonte per costruire un modello di AI generativa in grado di restituire all’autore delle nuove opere che hanno alla base la propria produzione originaria.
Nell’area della produzione, tipo mastering e missaggio, l’AI generativa spinge invece verso nuove frontiere del suono e della perfezione sonora.
Un’altra area interessante è poi quella che riguarda i fan di musica, sempre alla ricerca di nuova musica da scoprire: è il segmento della raccomandazione e della curation.
L’intelligenza artificiale rende dunque la scoperta di musica un’esperienza più dinamica e personalizzata.
L’importanza dell’AI nello streaming musicale
Nello streaming musicale l’AI giocherà un ruolo sempre più rilevante nell’analisi della musica, raggiungendo livelli di classificazione mai visti in precedenza. Nuovi metadati soggettivi analizzeranno umore e sensibilità degli ascoltatori offrendo classificazioni sempre più vicine alle nostre sensibilità.
L’AI imparerà sempre di più dalle abitudini di ascolto, dalla velocità, dallo skipping dei brani, incrociandole con altri ascoltatori in maniera dinamica e contestuale, come se ci trovassimo nella stessa stanza ad ascoltare musica tutti assieme e non a migliaia di chilometri di distanza.
Le raccomandazioni saranno al centro delle strategie delle piattaforme e delle case discografiche in quel segmento che è in forte espansione dei superfan: la capacità di ingaggiare i fan con algoritmi personalizzati avrà un impatto enorme sulla promozione degli artisti a livello globale, molto di più di quanto accade ora.
Al centro della rivoluzione dello streaming musicale c’è la capacità dell’intelligenza artificiale di comprendere e classificare la musica su una scala senza precedenti. E ciò include l’analisi effettiva del brano, nonché le abitudini di ascolto sia a livello individuale che aggregato.
L’impiego dell’AI nella gestione dei diritti musicali
Un ulteriore livello di integrazione tra AI e metadati migliorerà i sistemi di ripartizione dei diritti musicali e di gestione delle royalty, nonché le attività di content protection, rendendo più efficiente il contrasto alle riproduzioni non autorizzate e alle contraffazioni.
Le controversie legali nel settore dell’AI generativa musicale
Proprio sul fronte delle licenze nasce l’ultima rilevante iniziativa dell’industria tramite l’azione giudiziaria intentata dalle principali case discografiche contro due piattaforme di AI generativa musicale, Udio e Suno.
Il caso si concentra come scritto su GenAI, una forma di intelligenza artificiale che ingerisce dati e li utilizza in algoritmi di machine learning e deep learning per analizzare tali dati e identificare i modelli, generando quindi un contenuto basato su tali dati di addestramento.
Le aziende GenAI, come tutte le imprese, devono rispettare le leggi che proteggono l’essere umano, la sua creatività e il suo ingegno. Secondo quanto emerge dagli atti depositati in giudizio, Suno e Udio consentono agli utenti di generare file musicali digitali che imitano la vera creazione umana di registrazioni sonore in risposta a istruzioni di base. Per costruire i loro prodotti, le due piattaforme sono accusate di essere coinvolte in una violazione di massa di contenuti originali e protetti.
Suno e Udio affermano che questa attività di scraping su scala industriale sia “fair use” ma non è così, in quanto necessitano dell’autorizzazione per riprodurre e sfruttare registrazioni audio protette da copyright in questo modo.
La difesa del fair use del Copyright Act degli Stati Uniti richiede che il tribunale ne consideri quattro fattori e tutti questi fattori sono decisamente a favore dei querelanti soprattutto laddove Suno e Udio sono responsabili di violazione su scala estremamente massiccia.
In definitiva le major hanno chiesto ai giudici di:
- dichiarare che i due servizi hanno violato le registrazioni sonore protette da copyright dei querelanti;
- ingiunzioni che impediscano ai servizi di violare le registrazioni sonore protette da copyright dei querelanti in futuro; e
- danni per le violazioni già avvenute.