Uno dei segmenti dell’industria culturale europea che ha mostrato dinamiche molto interessanti negli ultimi anni è quello della musica registrata. Secondo uno studio di Oxford Economics, in Europa, per ogni euro investito dalle case discografiche si sono generati 1,8 euro di PIL nell’intera catena del valore.
La crescita del repertorio locale ha visto tanti artisti europei superare anche i confini e raggiungere il successo a livello globale grazie al lavoro e agli investimenti realizzati in nuovi talenti. L’Europa, con ricavi che nel 2023 sono arrivati a 5,2 miliardi di euro, rimane il secondo mercato al mondo, ma molte aree del pianeta stanno crescendo con ritmi molto più veloci.
La Cina ha visto un tasso di crescita del 25,9% e l’Africa sub sahariana il 24,7% contro un trend dell’Ue che sì è fermato all’8,7% nonostante in alcuni Paesi, vedi l’Italia, le potenzialità di espansione sono ancora potenzialmente rilevanti. Anche se in Italia la crescita degli abbonati ai servizi premium è cresciuta dell’11,6% nel primo semestre del 2024, i numeri restano lontani da Paesi come UK , Francia e Germania.
La crescita del mercato nel continente europeo viaggia effettivamente con trend molto diversi. Con una media del 8,7% vediamo Paesi come Italia e Polonia superare il 18% nel 2023 ma anche Paesi come Francia e Germania, due mercati nella top ten mondiale crescere al di sotto del 10%. Tra le opportunità di crescita vi sono alcuni elementi che confermano le grandi potenzialità europee. Una su tutte è la capacità di generare collaborazioni e featuring all’interno del continente connettendo artisti con background diversi.
Negli ultimi anni, dopo la pandemia, le collaborazioni con artisti diversi come genere e regione sono crescite, superando le barriere linguistiche e riscontrando un deciso successo tra i fan, e non solo nei grandi mercati, ma sfondando anche in Paesi lontani dalla top five europea. In molti casi i team di A&R (ricerca e sviluppo) operano trasversalmente individuando i talenti che possono collaborare oltre le frontiere raggiungendo il successo.
Per quanto riguarda l’Italia, dopo l’exploit dei Maneskin anche il ritorno internazionale di Angelina Mango non è da sottovalutare. Dopo l’Eurovision, l’artista è entrata in classifica in 40 Paesi generando decine di milioni di stream su Spotify e YouTube a livello globale.
Successi simili si sono visti con artisti del nord Europa, dove, da sempre la Svezia ha una forte penetrazione internazionale, ma anche dalla Bulgaria e Romania aprendo la strada a potenziali opportunità che potranno sempre di più superare i confini del continente.
Il recente report di IFPI, “Music in the EU” ha evidenziato come l’Europa abbia un’abbondanza di talenti e una diversità culturale che costituisce una risorsa incredibile per poter competere a livello globale anche grazie al sostegno istituzionale che le politiche di sviluppo europee in funzione dell’ecosistema musicale possono garantire.