Alla vigilia del Festival di Sanremo è opportuno riflettere sulla reale assenza di spazi promozionali per i nuovi talenti in Italia. Le radio si concentrano ormai da anni solo su artisti internazionali e big della musica italiana in un format più o meno identico su tutti i network con spazi per promuovere nuovi talenti di fatto inesistenti. Nel 2014 è entrato in vigore, con effetto dall’anno fiscale 2015, il tax credit per le prime e seconde opere di artisti italiani, una misure simile a quella in vigore in Francia che dovrebbe sicuramente incentivare la produzione di nuovi artisti. Ma quale sbocco abbiano di fronte, i giovani creativi musicali in Italia resta un mistero. Le scelte editoriali delle radio sono molto poco coraggiose e questo di fatto esclude moltissimi artisti, prodotti sia da major così come da etichette indipendenti, dall'ottenere un minimo di visibilità per farsi conoscere dal grande pubblico. La radio resta centrale nel promuovere una novità, questo è emerso anche da una recente ricerca GfK Eurisko. I nuovi media sono importanti ma con il solo web non è ancora possibile sfondare. La prova più evidente? La presenza di due soli artisti alla prima opera nelle Topten delle vendite italiane Top of The Music del 2014 e 2015, ovvero Dear Jack e The Kolors, entrambi di proprietà del network RTL che su di essi ha giustamente spinto molto sui passaggi radiofonici, ottenendo significativi risultati anche in termine di vendite. Questo è l’esempio di come sia forse giunto il momento di pensare a quote di programmazione dedicate ai giovani emergenti. Avviene con il cinema indipendente in TV, perché non mettere a punto una norma di legge che stabilisca una riserva del 20% di programmazione dedicata alle opere prime e seconde di artisti italiani? Nei giorni scorsi il Ministro Dario Franceschini ha preso parte a Milano alla presentazione del primo studio sull’Italia Creativa realizzato da Ernest & Young con in prima fila SIAE, Confindustria Cultura e le principali associazioni del settore tra le quali FIMI. Il Ministro ha condiviso la grande opportunità che l’industria creativa e i talenti rappresentano per il nostro Paese, soprattutto nell’era digitale. Sul fronte musicale siamo di fronte ad una vera, grande rivoluzione tecnologica che sta cambiando i parametri del settore, ma è anche necessario pensare a come garantire la ricerca e sviluppo, ed il ricambio. Una decisa azione sul piano della tutela dei nuovi talenti potrebbe dare un forte impulso alla musica italiana. Non si deve pensare che le quote siano il male assoluto o una forma arcaica di tutela che va a discapito del merito e dell’autonomia editoriale. Vediamola invece come una forte incentivazione ad investire sui giovani aiutando la crescita della creatività italiana.