Nell’era dell’impegno per raggiungere gli obiettivi climatici molte aziende hanno scelto strategie di green washing, ma con poca sostanza dal punto di vista dell’efficacia.
Nel caso dell’industria discografica è stato scelto un impegno che punta molto sulla potenza della musica come veicolo di sensibilizzazione. Nella storia delle più grandi charity o iniziative di sensibilizzazione globali l’industria discografica non ha mai fatto mancare il proprio sostegno: dal Live Aid del 1985 al recente Global Citizen del 2021 il settore è sempre stato in prima linea.
Nei giorni scorso un gruppo di importanti case discografiche ha firmato un impegno ad ampio raggio per “decarbonizzare” il business musicale globale in linea con le ultime iniziative scientifiche sul clima.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione britannica della musica indipendente (AIM) in collaborazione con l’associazione delle etichette discografiche britanniche BPI, ha visto tra i firmatari fondatori del “Music Climate Pact” realtà che abbracciano numerose aree del business musicale e comprendono le tre principali major: Sony Music Group, Universal Music Group e Warner Music Group, nonché indipendenti di fama mondiale Beggars Group, BMG, Brownswood Recordings, Ninja Tune, Secretly Group, Warp e altri. Entro febbraio 2022, i firmatari fondatori si impegnano ad aderire a uno dei due programmi, la Science Based Targets Initiative (SBTi) o l’impegno per il clima Race to Zero SME, sostenuto dalle Nazioni Unite: questo vedrà i firmatari lavorare con esperti per definire ed eseguire obiettivi climatici attuabili su cui riferiranno regolarmente.
Il Patto, sviluppato con il sostegno del Programma ambientale delle Nazioni Unite, segna un passo significativo nell’allineamento del business musicale globale e delle misure già adottate dalle singole aziende intorno a una strategia coerente e coordinata dal settore, cercando di unire e portare avanti le iniziative climatiche esistenti.
Per alcuni firmatari, ciò potrebbe includere il Climate Action Group di AIM, l’iniziativa Near-Mint Vinyl del Gruppo per ridurre i rifiuti di vinile e il Carbon Calculator di IMPALA, uno strumento di impatto per il settore della musica indipendente. Altri firmatari cercheranno di adempiere a questo impegno esplorando la guida settoriale dell’industria musicale per l’iniziativa SBTi, nonché basandosi sui passi già intrapresi da Beggars Group, BMG, Ninja Tune, Sony Music Group, Universal Music Group, Warner Music Group e altri. I membri del progetto si impegnano inoltre a condividere dati, approfondimenti e risorse, oltre a fornire supporto agli artisti per impegnarsi e parlare delle questioni climatiche.
I firmatari del patto sperano di allargare rapidamente l’elenco delle imprese partecipanti, con centinaia di altre aziende da tutto il mondo che dovrebbero firmare entro giugno 2022. AIM, BPI, IMPALA e altre organizzazioni nazionali e internazionali continueranno a fornire supporto per incoraggiare altre imprese a sottoscrivere e consegnare il Patto. Oltre ai suoi firmatari, il Music Climate Pact ha anche una serie di “sostenitori” registrati: aziende e organizzazioni che aiutano a creare e distribuire musica e che condividono la stessa visione per un mercato musicale più pulito, efficiente e sostenibile. I sostenitori accettano di lavorare con i Firmatari nella condivisione reciproca di dati, conoscenze e risorse per aiutare a raggiungere gli obiettivi del Patto. I primi sostenitori includono IFPI, Worldwide Independent Network (WIN), Julie’s Bicycle, Key Production e Music Declares Emergency.
Attraverso queste relazioni, il settore musicale globale ha la capacità di innovare, proporre musica incredibile a un pubblico di massa e cambiare cultura ispirando il cambiamento.
Nei dettagli quali sono i principi ai quali si ispira il patto per il clima musicale? Prima di tutto la visione, ovvero sfruttare il potere dell’industria musicale per ispirare un’azione di trasformazione sulla crisi climatica. Poi lo scopo ovvero allineando il settore, le imprese si impegniamo a depoliticizzare la sostenibilità e ad affrontare i maggiori impatti ambientali in modo efficiente e collaborativo. Non vi è dubbio che anche nel settore musicale vi si molto lavoro da fare per diventare un’industria più sostenibile, ma seguendo la scienza del clima e intraprendendo azioni tangibili e unificate e si potranno ottenere importanti progressi.
I fondatori del Patto si impegnano a:
- Intraprendere azioni individuali e collettive per misurare e ridurre le emissioni di gas serra da parte delle imprese (scopi 1, 2 e 3);
- Entro febbraio 2022, sottoscrivere l’impegno standard sugli obiettivi basati sulla scienza affermando il principio di stabilire obiettivi basati sulla scienza o che aderiranno al programma Race to Zero;
- Collaborare come industria per stabilire metodologie, strumenti e strutture di misurazione del carbonio supportati dalla scienza del clima;
- Collaborare con fornitori condivisi e piattaforme di streaming digitale (DSP) per ottenere dati e guidare progetti di riduzione delle emissioni in modo collaborativo;
- Sostenere e coinvolgere gli artisti nel trasmettere i messaggi relativi alle questioni climatiche;
- Comunicare apertamente con i fan sugli impatti dell’industria musicale.
La musica ha una potenzialità enorme per diffondere i messaggi necessari a contribuire in modo efficace al cambiamento e questo impegno globale potrebbe sicuramente fare la differenza.