L’industria musicale nell’era della “lockdown economy"

5 maggio 2020

Negli ultimi anni abbiamo assistito a profondi cambiamenti nell’industria discografica: la crescita dello streaming, l’evoluzione dei social media e una generazione di nuovi artisti nati nell’era digitale hanno radicalmente trasformato il settore.

I dati di IFPI pubblicati pochi giorni fa e che fotografano il mercato globale nel 2019 mostrano come il numero di abbonati ai servizi streaming nel mondo siano arrivati a superare i 340 milioni con una crescita dei ricavi associati del 24,1%.

Lo streaming rappresenta a livello globale il 56% del mercato con abbonamenti che coprono il 42% e i modelli basati sulla pubblicità pari al 14,1%.

L’anno appena passato ha anche confermato la particolare tendenza delle label discografiche a investire su nuovi artisti a livello locale, con repertori sviluppati e lavorati sul territorio ma allo stesso tempo pronti a fornire una piattaforma globale senza frontiere grazie al digitale, di cui fin da subito si è intuito come avrebbe ulteriormente modificato l’ecosistema della musica non appena la crisi del Coronavirus si è scatenata, colpendo pesantemente la struttura stessa del settore.

Concerti ed eventi live si sono fermati e la community musicale ha dovuto confrontarsi per la prima volta con scenari inimmaginabili e complessi. E anche lo streaming, perlomeno in una prima fase, ha visto riassestare i consumi: ma presto nuove opportunità si sono aperte per coinvolgere i fan e portare la musica nella case degli italiani e a livello globale.

Come spesso accade la musica è stata la prima a mettersi a disposizione per sostenere campagne e raccolte di fondi nella crisi sanitaria più grave degli ultimi cento anni. Tutti abbiamo avuto la possibilità, ad esempio, di assistere all’evento unico da Piazza del Duomo, trasmesso a livello globale, con protagonista Andrea Bocelli. Il megaconcerto virtuale organizzato da Lady Gaga e Global Citizen è stata un’altra pietra miliare nella storia dei megashow di charity che ci hanno accompagnato dal Live Aid di ormai molti anni fa.

L’ultimo episodio, promosso a livello italiano, è stata la registrazione corale di Il Cielo è sempre più blu di Rino Gaetano da parte di oltre 50 artisti italiani. Tutti, grazie alle tecnologie che oggi consentono agli artisti di collaborare in featuring a distanza, hanno inviato la propria parte musicale che è stata assemblata e mixata e ora sarà disponibile sulle maggiori piattaforme per raccogliere fondi in favore della Croce Rossa Italiana. L’evento di lancio avverrà il 7 maggio su Amazon, che peraltro ha promosso la raccolta di fondi con un primo contributo di 500 mila euro.  

Questi esempi, seppur connessi a operazioni no profit mostrano tuttavia come le potenzialità del mondo digitale siano tutte da sviluppare e scoprire, anche dal punto di vista economico.

La cosiddetta lockdown economy ha mostrato dinamiche nuove e scenari che rimarranno anche nel futuro: tutti i consumi mediante smartphone, laptop e tablet sono cresciuti a due cifre, così come game console e smart speaker.

Tutti strumenti dove la musica costituisce una parte integrante. L’ascolto di musica da servizi streaming è cresciuto a livello globale del 39% (incluso YouTube e Instagram). E tra le operazioni forse più interessanti, anche tenendo conto dell’attuale fermo degli eventi dal vivo, è stato lo show su Fortnite di Travis Scott: la diretta del concerto ha avuto un’audience di oltre 12 milioni di spettatori, poco di più degli oltre dieci di Marshmello, che già aveva sperimentato la piattaforma, ma con ulteriori effetti. Le cinque repliche in pochi giorni hanno aggiunto altri 15 milioni di spettatori per un totale di 27 milioni di player unici, con oltre 48 milioni di visualizzazioni dei cinque show. Un impatto che ha portato a un incremento dei fan di Travis Scott su Spotify e sulle altre piattaforme di streaming e a generare un + 26 % di stream sul catalogo dell’artista con punte fino al 50%. Tra l'altro, diverse registrazioni sono tornate ai vertici delle chart anche in Italia.

Questo tipo di eventi e le potenzialità dello streaming certamente non sono sostitutive dell’esperienza live, ma offrono la prova di come ci si possa trovare di fronte a enormi opportunità per l’industria musicale nei prossimi mesi.