L'ultima frontiera della pirateria musicale? Nft e metaverso

14 febbraio 2022

Nel 2021 abbiamo assistito a una vera e propria esplosione del fenomeno NFT (non fungible token): ovvero beni digitali che assumono la forma di immagine, audio o video e che tramite un certificato digitale esclusivo - garantito in genere da un sistema di blockchain - fanno sì che il proprietario sia l’unico titolare di questo bene virtuale. Secondo Forbes, lo scorso anno le transazioni aventi come oggetto degli NFT hanno raggiunto la cifra di 23 miliardi di dollari con la maggior parte delle operazioni svolte tramite criptovalute.

Molto spesso gli acquisti avvengono tramite piattaforme dedicate come Opensea o Rarible: questi marketplace offrono precise garanzie sull’unicità dell’oggetto virtuale e della “catena” di proprietà ma recentemente sono emerse grosse problematiche che riguardano copyright e contraffazione di diritti di proprietà intellettuale (come marchi nonché sottrazioni di personalità, cioè impersonification).

L'impatto degli NFT sull'universo musicale

Nel settore musicale, ad esempio, sono già apparsi moltissimi casi di utilizzi di contenuti non autorizzati dagli aventi diritto, come case discografiche o artisti, oppure sottrazioni di NFT generati da artisti e spacciati da altri soggetti come propri. In effetti, il sistema sul quale si basano gli NFT, ovvero la certificazione garantita sull’oggetto, non è tuttavia esente da frodi e truffe che riguardano la titolarità del contenuto. Un’immagine, un videoclip o una registrazione audio possono essere tokenizzati ma, se alla base sono oggetto di una riproduzione illecita, ad esempio, del brano musicale o del video, l’NFT derivato pone seri problemi anche a chi lo acquista, oltre a coloro che lo hanno creato.

Il settore musicale, che negli anni ha accumulato una notevole esperienza nel contrasto alla pirateria digitale, si è attivato di recente su questo fronte. In Italia DcP - Digital Content Protection, società attiva nel settore della tutela dei diritti di proprietà intellettuale e industriale che lavora per grandi major come Warner Music, Sony Music e Universal Music, al recente Festival di Sanremo ha annunciato il lancio di nuovi servizi dedicati al mondo degli NFT e del metaverso nel web3. Si tratta del primo servizio al mondo specializzato in questo mercato.

L’esplosione di questi innovativi segmenti di mercato sta infatti proponendo nuove sfide per i titolari di marchi, brand e copyright che si trovano di fronte alla necessità di assicurare ai propri asset la massima protezione da frodi e attività illegali ad ampio spettro. L’industria musicale ha sviluppato una notevole competenza nel settore della protezione dei contenuti digitali nei lunghi anni di lotta alla pirateria online, da Napster al peer to peer, e, grazie a questa esperienza, DcP ha creato una serie di nuovi strumenti per assistere le aziende nel contrasto ai nuovi fenomeni illeciti che si stanno diffondendo nel mondo degli NFT. Impiegando sofisticate infrastrutture tecnologiche associate a avanzate competenze umane in rete il sistema monitora i marketplace degli NFT per individuare contenuti illeciti, anche come scam adviser, ovvero investigando sulle potenziali truffe e frodi nei confronti dei titolari dei diritti.

L'esplosione di frodi e le azioni di contrasto

La presenza di notevoli quantità di NFT musicali, tra i più ricercati, dopo l’arte digitale, ha visto una crescita esponenziale di frodi anche perché la speculazione finanziaria dietro questo mercato sta attirando molti investimenti.

“Queste nuove tecnologie, come NFT e metaverso, si stanno sviluppando a un’enorme velocità muovendo anche grossi interessi finanziari, ma le aziende devono sapere che esistono aspetti legali molto rilevanti e le violazioni sono all’ordine del giorno. Per approcciare in maniera sana e sicura questo nuovo mercato, diventano indispensabili presidi tecnologici a tutela di alto profilo” ha raccontato Luca Vespignani, AD di DcP.

Dalla sottrazione di personalità di artisti, violazioni di copyright o di marchi registrati fino a vere e proprie operazioni di rug pull scam, il settore degli NFT e più in generale il nascente metaverso richiedono attività dedicate e con sofisticate competenze al fine di proteggere gli interessi delle aziende coinvolte. La RIAA, l’associazione dei discografici USA ha di recente inviato una prima lettera di diffida alla piattaforma Hitpiece che offriva NFT per i fan di noti artisti quali Taylor Swift senza alcuna autorizzazione. In Italia, DcP ha inviato richieste di rimozione alla piattaforma Opensea.

La contraffazione nel metaverso, oltre la musica

Oltre agli NFT, anche il nuovo metaverso non è indenne dalla pirateria: tra i primi interventi si segnala anche la rimozione di una falsa “venue” virtuale creata a nome di Warner Music per eventi su Roblox, la famosa piattaforma di gaming online.

I servizi di contrasto a questi fenomeni includono attività di monitoraggio e gestione delle notifiche delle violazioni (notice & takedown) nonché l’acquisizione forense di evidenze valide per la formazione della prova informatica e la consulenza tecnica in grado di assistere gli aventi diritto ma anche la magistratura nelle attività sul piano legale e di tutela istituzionale.

Questa nuova frontiera della contraffazione virtuale avrà certamente un notevole incremento anche nel settore della moda e dei brand, nonché nel mondo audiovisivo e sportivo dove, oltre a difendere gli interessi dei titolari dei diritti diverrà molto importante evitare truffe ai consumatori che possano danneggiare allo stesso tempo anche l’immagine dei marchi, coinvolti magari a propria insaputa in operazioni illegali.