Scorrendo gli ultimi dati pubblicati da IFPI sul nuovo micro sito dedicato agli investimenti delle case discografiche nel segmento di ricerca e sviluppo si rileva un’ulteriore crescita negli ultimi anni.
Con 5,8 miliardi di dollari reinvestiti nel solo 2017, infatti, le label discografiche sono oggi le principali finanziatrici delle carriere degli artisti. In sostanza, il 33,8% dei ricavi annuali è stato reinvestito in A&R (artist & repertoire), ovvero il laboratorio dell’industria musicale.
A fronte di questi 5,8 miliardi di dollari, oltre 4 miliardi sono dedicati alla vera e propria ricerca di nuovi talenti, mentre poco più di un miliardo viene investito nel marketing e nella promozione di nuovi artisti. Si tratta di cifre importanti, che sono rimaste per lo più costanti anche negli anni della crisi, garantendo lo sviluppo di nuovi repertori che oggi hanno raggiunto il successo a livello globale.
Nel contesto dinamico odierno, legato allo streaming e alle nuove tecnologie, il ruolo di partner di un’etichetta discografica risulta dunque ancora determinante. Le strutture delle case discografiche sono mutate e oggi aree strategiche - come l’analisi dei dati, la gestione dei diritti e la distribuzione di royalty - hanno assunto un ruolo rilevante nell’economia della produzione musicale.
Team creativi operano in maniera trasversale nelle etichette, realizzando strategie diffuse che uniscono le diverse aree della casa discografica, dal marketing ai social media, fino alle sincronizzazioni.
Nulla è lasciato al caso e l’analisi dei dati che giungono dalle piattaforme e dal fan engagement viene tradotto in tempo reale, in modo da favorire i reparti che lavorano sulla ricerca di nuovi talenti, a livello locale e globale.
L’analisi dei dati ha anche consentito alle case discografiche di gestire le campagne promozionali in maniera più mirata con un significativo ritorno degli investimenti in un settore, quello dell’entertainment, ad alto tasso di rischio.
La rivista Music business worldwide ha analizzato nel dettaglio gli investimenti evidenziando come nel 2017, solo in USA, la crescita di artisti firmatari con una major è stata del 12%.
Un ulteriore segnale dell’individuazione di nuove fonti di ricavo sulle quali investire è quella dei biopic di artisti famosi, film dedicati alla vita di star musicali che hanno reso grande l’industria discografica.
Aperto con il successo di Bohemian Rhapsody, un successo al cinema e un vero blockbuster nelle classifiche musicali, con il rilancio di tutto il catalogo dei Queen, il segmento ha ora in cantiere complessivamente undici nuovi film: da Rocketman, sulla vita di Elton John, a Pavarotti di Ron Howard, a Yesterday sui Beatles, alla storia di Bob Dylan di Martin Scorsese.
Secondo Chris Aronson, ex presidente di 20th Century Fox per la distribuzione:
“Il segmento dei biopic è un terreno molto fertile per le case discografiche”.
Si apre così una nuova area per i ricavi legati al catalogo, favorendo allo stesso tempo lo sviluppo di nuove frontiere per gli stessi artisti e le rispettive fan base.
Per Bruce Resnikoff di Universal Music, l’azienda che per prima ha investito sul segmento dei biopic:
“non vi è mai stata una tale concentrazione di sforzi per estendere il brand di un artista fino a generare una storia per un film e tutto quanto ad esso fosse possibile collegare, come, ad esempio, il merchadising”.
Per Rocketman la società Bravado di UMG ha creato una linea globale di merchadising ispirata a Elton John che è stata resa disponibile in contemporanea all’uscita del film nelle sale.
Il successo discografico dei biopic è comunque solido. Lo dimostra Nielsen, che negli Stati Uniti ha rilevato un forte traino del film Bohemian Rhapsody sul mercato e gli streaming del catalogo dei Queen sono triplicati rispetto ai sei mesi precedenti, mentre le vendite di album sono salite del 483%: complessivamente il catalogo dei Queen ha generato, solo negli Stati Uniti, circa 18 milioni di dollari contro 4,4 milioni dei sei mesi precedenti.