Mercato discografico italiano digitale, raggiunto l’85% dei ricavi durante la pandemia

5 agosto 2020

Un salto del 20% nella digitalizzazione in un anno: è l’esito del lockdown nel mercato discografico italiano della prima metà dell’anno. Solo lo streaming è passato da un tasso di share del 60% nel 2019 all′80% di giugno 2020: un incremento mai visto negli anni precedenti in un mercato resiliente che rappresentava ancora una importante fetta del fatturato di CD e vinili nel mondo.

La pandemia ha cambiato definitivamente i comportamenti anche di una fascia adulta di popolazione che si è spostata sulle piattaforme digitali, facendo crescere del 33% i ricavi da abbonamenti nel primo semestre di quest’anno.

Gli ultimi dati rilasciati da Spotify in occasione della trimestrale hanno inoltre confermato la corsa degli abbonati premium a livello mondiale, con un più 27% anno su anno e un totale di 138 milioni di clienti a livello globale.

Secondo Counterpoint research, inoltre, nel primo trimestre del 2020 gli abbonati a pagamento a tutti i servizi streaming globali sono cresciuti del 25%, arrivando a un totale di 394 milioni e con un tasso di crescita più elevato rispetto agli abbonamenti free.

Un segnale importante anche in vista dei possibili rischi legati alla recessione che potrebbe accompagnare l’autunno. Se il mercato dello streaming terrà, potrà compensare in parte l’annus horribilis che ha visto il tracollo dei ricavi da concerti, il crollo delle vendite fisiche e il deciso calo dei diritti musicali - che solo in Italia potrebbe pesare per un 20% degli incassi.

Chiaramente la maggiore digitalizzazione del settore musicale, oggetto di una profonda trasformazione negli ultimi anni, ha preservato il settore da un impatto negativo molto più violento, come quello che ad esempio ha colpito l’editoria libraria, ma ha anche confermato l’utilità di aver abbracciato le nuove tecnologie con sempre diversi modelli di business negli ultimi anni. 

Molti artisti, anche in Italia, hanno infatti continuato a produrre anche nella fase del lockdown e appena possibile hanno pubblicato le loro novità sulle piattaforme ottenendo subito un riscontro positivo dai fan. L’assenza di una offerta di musica dal vivo ha inoltre spinto il live streaming che, pur senza essere in grado di diventare un sostituto dell’esperienza di un concerto, ha consentito agli artisti di mantenere un contatto costante con i fan. 

Da non sottovalutare anche il recente annuncio dell’offerta di videoclip musicali da parte di Facebook, che entra direttamente in concorrenza con il leader di mercato nel segmento, YouTube, e che farà crescere sicuramente i ricavi in quest’area, dove nel 2020 il declino dell’ADV avrebbe potuto avere un’incidenza negativa senza questa nuova opportunità.

In generale le prospettive legate allo streaming sono tutt’ora positive, nonostante gli effetti del virus, e gli analisti prevedono una crescita a due cifre - anche se sotto le previsioni - nel 2020.