Nell’era dello streaming, il sovranismo musicale di Morgan è superato

2 novembre 2022

Nei giorni scorsi si è parlato di un ruolo istituzionale per Morgan, uno dei talenti della musica italiana, che il neo-sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi vorrebbe al ministero per occuparsi di musica. Morgan si è detto disponibile e ha subito rilanciato una vecchia idea cara al sovranismo musicale, ovvero introdurre delle quote di musica italiana nelle radio.

In realtà i fatti raccontano un’altra storia e negli ultimi anni, grazie all’innovazione digitale e agli investimenti delle case discografiche in nuovi talenti, la produzione italiana è diventata assolutamente dominante nello scenario musicale. Nel 2021 le classifiche annuali GfK Top of the Music hanno visto ai primi dieci posti, sia degli album come dei singoli, solo artisti italiani. Nel primo semestre del 2022, nei primi trenta album c’erano solo due artisti internazionali, Harry Styles e Ed Sheeran. Stessa cosa nei singoli più venduti, due sulle prime trenta posizioni. Perfino il vinile più venduto del primo semestre 2022 è stato di un artista italiano.

A titolo di confronto, nel cinema, in Italia, nel 2021, c’era un solo film italiano tra i dieci con i maggiori incassi. Nonostante sia un settore, quello cinematografico, ampiamente sostenuto da investimenti pubblici.

Il dominio della musica italiana è anche sinonimo di un incredibile ricambio generazionale che ha accompagnato questi ultimi anni. Nuovi artisti e nuovi repertori hanno scalato il successo: l’età media degli artisti in top ten è scesa in dieci anni del 35% grazie agli investimenti che le case discografiche hanno realizzato proprio sugli artisti emergenti italiani, anche in un periodo di crisi e di trasformazione che limitava le risorse economiche disponibili.

L’innovazione tecnologica ha fatto il resto. Un settore dove la transizione digitale è stata cavalcata per individuare nuovi modelli di business e che in Italia ha visto l’online passare dal 24% del 2012 all’83% del 2022, i consumi di musica sono cresciuti in maniera esponenziale ed un italiano, in media, ascolta venti ore di musica alla settimana, tra abbonamenti streaming, video di YouTube e TikTok, vinili e CD, radio.

Tutto questo si è tradotto in grandi opportunità per il settore e negli ultimi dieci anni sono cresciuti gli artisti che hanno raggiunto il successo. Nel 2021, in Italia, 479 album hanno infatti superato la soglia di 10 milioni di streaming: si tratta di 302 artisti in totale, per una crescita di grande rilevanza rispetto a dieci anni fa. Nel 2011 solo 134 album per 105 artisti avevano infatti superato l’equivalente soglia delle 10.000 copie vendute (fisico più download): un segnale fondamentale anche per la sostenibilità economica del mercato. Lo scenario è ulteriormente rafforzato anche dallo sviluppo internazionale che ha visto la musica italiana accrescere la propria quota.

Anche sui cataloghi italiani sono proseguiti gli investimenti in digitalizzazione e nella ripubblicazione di grandi album che hanno fatto la storia della musica. L’importanza sempre più rilevante del catalogo nell’economia dello streaming ha confermato che questo tipo di investimenti, nei nuovi formati audio, ripaga ampiamente e rilancia spesso interi repertori di artisti che hanno fatto la storia della musica italiana.

Il successo della musica italiana non è solo qui, nel nostro Paese. Oltre a essere tornata tra le prime dieci economie discografiche nel mondo ed essere il terzo mercato nell’EU, nel 2021 è cresciuta del 66% la quota di ricavi dall’estero, grazie anche al successo dei Måneskin, che rappresentano molto bene il ricambio generazionale che ha trasformato la musica italiana.