Parigi - 2015

16 novembre 2015

Colpiscono la musica perché odiano la libertà

Non ci sono parole per commentare l'attacco al Bataclan e le decine di morti causate da un odio cieco e barbaro che ha voluto colpire proprio la cosa che unisce di più: la Musica. Se pensiamo a qualche cosa che attira immediatamente la nostra attenzione durante la giornata, che ferma le persone in una qualsiasi strada del mondo ad ascoltare un musicista sconosciuto è il suono della musica. Un linguaggio universale che accompagna la nostra vita. È la musica che ci rende felici quando siamo tristi, è la musica che ci consola quando siamo infelici, è la musica che ci fa sognare quando siamo innamorati, è la musica che ci rilassa quando siamo stressati. Per questo chi odia la vita non può che odiare la musica e decidere di colpire centinaia di persone innocenti mentre condividono, molti senza conoscersi, un concerto rock in una serata che doveva essere solo di felicità.

Come non condividere le parole di Madonna che dice durante la serata del tour in Svezia: questo show è una celebrazione della vita, del difendere i propri diritti e del lottare per ciò in cui si crede.

Anche la reazione più emozionante alla tragedia arriva tramite la musica. Un pianista suona davanti al teatro quello che universalmente è riconosciuto come l'inno alla pace. Lo stesso fanno i Coldplay durante l'esibizione nel tour. Decine di orchestre in tutto il Mondo aprono i teatri con la Marsigliese. "Questo è il primo attacco diretto alla musica", commenta Bono Vox.

La musica che unisce e che deve essere spazzata via, secondo la barbara teoria dell'ideologia terrorista, ma che reagisce e riunisce ancora di più. Cadono sotto i colpi degli assassini anche diverse persone che della musica hanno fatto la loro professione. Tre giovani che quella sera si trovavano al Bataclan per accompagnare la band erano dipendenti di Universal Music France, colleghi discografici che hanno perso la vita per un mestiere che amavano: Marie Mosser, Manu Perez e Thomas Ayad. Giovani che lavoravano perchè tutti noi potessimo ascoltare la nostra musica preferita. A loro dobbiamo un ricordo ed un pensiero.