Poco più di due anni dopo il lungo e dibattuto iter della moderna legislazione sul copyright in sede comunitaria, arriva l’approvazione del decreto legislativo di recepimento da parte del Governo italiano: l’obiettivo della Direttiva era quello di modernizzare il quadro giuridico dell’Unione europea in materia di diritto d’autore adattandolo all’ambiente digitale contemporaneo così da garantire maggiori tutele ai titolari dei diritti e, allo stesso tempo, permettere un’ampia fruizione dei contenuti creativi in un contesto armonizzato e coordinato.
Il tema era di particolare rilevanza nel settore musicale, dove la collocazione giuridica di alcuni modelli di business - legati principalmente alle piattaforme di condivisione di contenuti online - originata dall'ormai datata normativa sul commercio elettronico, aveva creato forti sbilanciamenti con effetti negativi su produttori e artisti. Infatti a fronte di enormi incassi legati ai modelli ad-supported, piattaforme come YouTube remuneravano pochissimo gli aventi diritto. Lo schema di decreto modifica dunque la Legge sul diritto d’autore per assicurare che i titolari dei diritti, gli editori, i prestatori di servizi e gli utenti beneficino di norme più chiare e adeguate all’era digitale.
Non va perciò dimenticato che la quota di ricavi dei contenuti musicali online è oggi anche in Italia intorno all’80% e che in un contesto fortemente innovativo le distorsioni sulla remunerazione avrebbero limitato fortemente l’espansione del mercato a discapito degli aventi diritto. L’Italia ha assunto un decisa posizione pro-copyright, riconoscendo il valore e l’importanza dell’industria dei contenuti, degli autori e degli artisti, come strategica nell’ambiente online, e seguendo l’impostazione comunitaria ha lavorato per garantire un nuovo equilibrio.
Come ha giustamente commentato il Ministro Dario Franceschini: “Con il recepimento della direttiva copyright viene rafforzata la tutela degli autori e degli artisti con norme chiare e meccanismi trasparenti e adeguati all’era digitale. Nell’elaborare questo provvedimento, condiviso con tutte le realtà del settore, si è deciso di prediligere la tutela degli autori, dando loro il giusto rilievo. Senza il gesto creativo, non c’è contenuto: di questo bisogna tener conto lungo tutta la filiera del settore, tanto più considerando il notevole salto tecnologico conosciuto negli ultimi anni. Il valore autoriale, così come quello degli artisti interpreti ed esecutori, deve essere difeso, anche attraverso una maggior trasparenza da parte delle piattaforme digitale dell’utilizzo dell’opera creativa”.
Le nuove norme prevedono che le piattaforme online (inclusi i social network), quando concedono l’accesso al pubblico a opere protette dal diritto d’autore caricate dai loro utenti, hanno l’obbligo di ottenere un’autorizzazione da parte dei titolari dei diritti (sono escluse, tra gli altri: le enciclopedie online, i repertori didattici e scientifici, i prestatori di mercati online, i servizi cloud). Un aspetto importante, in un mondo digitale dove gli utenti sono sempre più attivi nelle generazione di contenuti che utilizzano opere protette, è che la licenza ottenuta dalla piattaforme coprirà anche queste utilizzazioni.
Per il settore musicale questo è un aspetto importante che contribuirà anche a stabilire con certezza quali sono le utilizzazioni legittime e come queste possano contribuire alla monetizzazione dei contenuti.
Non meno importante sono le norme relative alla remunerazione di autori e artisti che l’Italia ha recepito con particolare attenzione.
- Obbligo di trasparenza: autori, artisti interpreti ed esecutori otterranno regolarmente informazioni aggiornate sullo sfruttamento delle proprie opere dai soggetti cui hanno concesso i diritti. La mancata comunicazione comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria fino all’1% del fatturato da parte di Agcom. Inoltre, detto inadempimento costituisce una presunzione legale di inadeguatezza del compenso in favore dei titolari dei diritti: su questo punto andranno sicuramente introdotti dei decreti attuativi che consentano di rendere efficiente questo meccanismo senza generare contenziosi. Nel settore musicale tutte le principali aziende dispongono già oggi di portali dedicati agli artisti che consentono di disporre di dati e informazioni sulle ripartizioni e utilizzazioni in maniera contestuale.
- Istituzione di un meccanismo di adeguamento contrattuale: autori, artisti interpreti ed esecutori hanno diritto a una remunerazione ulteriore se quella inizialmente pattuita si rilevasse sproporzionatamente bassa rispetto ai proventi generati dallo sfruttamento delle loro opere.
- Diritto dell’autore e dell’artista di revocare la licenza in esclusiva in caso di mancato sfruttamento.
- Introduzione del principio della remunerazione adeguata e proporzionata al valore potenziale o effettivo dei diritti concessi nonché commisurata ai ricavi che derivano dal loro sfruttamento.
In definitiva, per quanto attiene al settore musicale, oggi in prima linea nella diffusione di contenuti online, tra social media, live streaming e piattaforme on-demand, il commento sul testo approvato è sicuramente positivo e in linea con quanto auspicato, ovvero un recepimento molto aderente al dettato comunitario, che consentirà un approccio armonizzato in Europa e sicuramente costringerà anche altri grandi mercati, in particolare gli Usa, a mettere in agenda una riforma del diritto d’autore e delle norme sulla responsabilità delle piattaforme in grado di competere con quanto realizzato in Europa.
Lo schema di decreto adottato dal Consiglio dei Ministri sarà adesso trasmesso in Parlamento per i pareri, tornerà poi in CDM per l’approvazione definitiva.