Smart speaker: la nuova frontiera dello streaming

11 aprile 2018

Il debutto di Google Home inaugura un svolta nell'industria della musica: l’analisi di Enzo Mazza su CorriereComunicazioni.

Nei giorni scorsi è iniziata la vendita in Italia del primo smart speaker, Google Home. Da  tempo in vendita negli Usa, i nuovi device costituiscono l’ennesima rivoluzione per l’industria musicale, dopo il download, lo streaming e i social media. Apple, Amazon, Sonos, oltre alla casa di Mountain View, hanno già sul mercato i propri voice assistant e le opportunità che si aprono per i consumatori di musica sono infinite. I rumors parlano anche di smart speaker in fase di lancio da parte di Facebook, Samsung e la stessa Spotify, oggi leader di mercato nella musica digitale. Secondo i dati di Voicebot, negli Usa 47,3 milioni di adulti dispongono già di uno smart speaker, con Amazon Echo a dominare il segmento nel 2017 con il 71,9 % di market share. A livello globale sono già stati venduti oltre 24 milioni di pezzi. Nel 2018 i forecast parlano di oltre 56 milioni ed è indubbio che il device sarà il regalo di Natale più gettonato quest’anno in molti mercati. L’utilizzo per ascoltare musica è al primo posto nelle attività giornaliere con il 41,9%. È pertanto evidente che le caratteristiche di questi device saranno determinanti nella diffusione della musica nell’era dello streaming. La musica è infatti l’esperienza più coinvolgente che gli smart speaker potranno generare. I servizi streaming controllati a voce non si limiteranno ad aumentare il consumo di musica casuale raggiungendo una fascia più ampia di fan ma, grazie al grosso lavoro che le case discografiche stanno facendo con i metadati, gli smart speaker sapranno interagire con stati emotivi, richiesta di informazioni e altre caratteristiche che accompagnano la giornata di un fan di musica. La music discovery sarà la prima grande protagonista, con domande poste al device tipo: che canzone è questa? Chi è il chitarrista di questa band? Oppure chi è al primo posto in classifica in Usa? Ma in generale le opportunità non si fermeranno qui. Sarà possibile chiedere musica per stati d’animo – già oggi possibile con le varie playlist curate da esperti, ma integrate nei sistemi - o farsi leggere tweet e interviste dei propri artisti preferiti. A livello di marketing discografico potranno essere veicolati messaggi personalizzati o addirittura audio messaggi ad hoc al fan con la voce del proprio artista. Prenotare concerti, farsi raccontare la biografia di un artista, controllare le classifiche saranno ovviamente altre funzionalità molto apprezzate di un’esperienza di immersione che oggi possiamo solo immaginare. Le funzionalità di condivisione saranno un’ulteriore feature. Secondo NPR il 52% degli utenti utilizza lo smart speaker in salotto per intrattenere la famiglia o gli amici, dei quali riconosce i gusti e propone la playlist più adatta. Allo stesso tempo lo speaker può essere portato con sé e utilizzato presso amici e vicini, mentre ovviamente le versioni in automobile sono un ulteriore fattore di popolarità. Tutto questo non solo consentirà di sviluppare il segmento degli abbonamenti ai servizi streaming, ma potrà, in connessione con le piattaforme di e-commerce, dare un boost anche al mercato fisico. La possibilità di ascoltare un breve estratto e poi ordinare direttamente sul market place il vinile firmato dall’artista prenotandolo solo con la voce darà un ulteriore impulso al segmento. In conclusione le rivoluzione degli smart speaker si avvia a diventare un’altra pietra miliare nella lunga storia dell’evoluzione della musica, dal vinile, al cd, al walkman e ipod, alla musica liquida e streaming.