3,9 Miliardi di euro il valore del sistema musicale in Italia

Fondazione Università IULM e Università IULM presentano il Rapporto 2009 sull’economia della musica nel nostro Paese. La musica sparsa si conferma il segmento di maggiori dimensioni, la musica digitale registra la crescita maggiore (+35%), gli strumenti musicali consolidano le buone performance ( +3,4%), in calo il comparto dell’elettronica di consumo (- 17,7%)

Lo studio fornisce una visione completa del 'sistema musica' in Italia da un punto di vista economico-quantitativo, analizzando i singoli stadi della sua filiera produttiva, scissa in due macro aree di riferimento: il 'piccolo settore' (nel quale rientrano gli stadi relativi alla produzione, alla distribuzione e al consumo della musica) e il 'grande settore' (che include i player più esterni della filiera, ovvero i produttori e distributori di strumenti, di musica stampata, chi fa formazione musicale e produce elettronica di consumo). Dalla ricerca emerge che il fatturato complessivo del settore musicale italiano nel 2008 è pari a 3,9 miliardi di euro (-4% rispetto al 2007). Una flessione lieve - determinata dalla pesante flessione del comparto dell'elettronica di consumo - che, considerato uno scenario economico caratterizzato da un PIL in calo dell'1% (pari a una diminuzione dei consumi dello 0,9%), testimonia che il sistema gode di un buono stato di salute generale. "Se escludiamo la flessione di circa il 18% dell'elettronica di consumo audio, il sistema musica avrebbe fatto registrare un modesto -0,1% comportandosi come un prodotto culturale e un bene necessario in tempi di crisi." - commenta Luca Barbarito, Professore Associato di Economia dei settori all'Università IULM e coordinatore della ricerca. "Ai supporti fisici ha giovato la riduzione dei prezzi, mentre il digitale conferma la sua crescita ma è ben lontano dall'avere espresso tutte le sue potenzialità. Bene la musica sparsa e la raccolta di diritti incrementa la propria quota tra le entrate delle case discografiche. Tra i comparti della fruizione di musica, sono sempre le discoteche (933 mln. €) e i concerti dal vivo (755 mln. €) le principali forme di fruizione. Quest'anno si è registrata una piccola flessione per entrambi i comparti e quella dei concerti è dovuta ad un aumento del prezzo dei biglietti." I principali dati della ricerca Partendo dal 'piccolo settore', va premesso che lo studio ha distinto 6 diverse modalità di fruizione della musica, che sono state analizzate dal punto di vista quantitativo monitorandone l'evoluzione (fatta eccezione per le sincronizzazioni). - Musica su supporti fisici: i dati SIAE mostrano un aumento dello 0,5% nel numero di unità vendute (per un fatturato di 499 milioni di euro) testimoniando un'inversione di tendenza rispetto all'anno precedente, favorita probabilmente dalla riduzione del prezzo dei cd, ma soprattutto dalle vendite in edicola. - Musica digitale: è il segmento che, soddisfacendo le aspettative, fa registrare la crescita maggiore (con un +35% e un fatturato di 38 milioni di euro) e prospetta ulteriori margini di miglioramento. - La 'musica sparsa', ovvero diffusa all'interno di attività economiche (ludiche o ricreative) si conferma il segmento di maggiori dimensioni all'interno del sistema musica ed è distinta in due comparti: quello in cui la musica è un fattore determinante del business (radio, discoteche, tv) e quello dove la musica recita un ruolo secondario (musica diffusa in centri commerciali, supermercati, bar, alberghi, etc.). Il primo comparto ha fatto registrare una leggera flessione, con un fatturato di 1.447 milioni di euro (-1,5%). Le entrate relative alla seconda categoria, invece, confermano il trend di crescita dell'anno precedente arrivando a 56,6 milioni di euro (+8,2%, solo per i diritti versati a SIAE e SCF). - Musica dal vivo: è la seconda tipologia di consumo per volume d'affari (755 milioni di euro) ma subisce una flessione dell'1,7% rispetto all'anno precedente. Il calo complessivo del 'piccolo settore' (pari a -0,7%) va comunque contestualizzato in uno scenario macro-economico complessivo che, come detto, vede i consumi totali in Italia diminuire lungo il corso del 2008. Passando ai dati del 'grande settore' (quello dei segmenti più esterni al sistema) la ricerca evidenzia un fatturato complessivo in calo dell'11,1% con 1.143 milioni di euro, trascinato dalla netta riduzione delle vendite dell'elettronica di consumo (- 17,7%), il comparto che più ha sofferto in tutto il sistema. In aumento, invece le vendite di musica stampata (+4,8%) e strumenti musicali (+3,4%). "Questi dati confermano la 'voglia di fare musica' che ancora si esprime in Italia. E vanno letti tenendo presente che più di un milione di persone, ogni anno, acquista in Italia uno strumento musicale nuovo. È questa 'voglia di fare musica' che spinge verso l'alto i dati di vendita degli strumenti, oggetti senza i quali la musica stessa non esisterebbe. Ed è per questo desiderio di esprimersi, che cresce nonostante la crisi, che il valore della pratica musicale a livello culturale e sociale va ribadito, potenziato e sostenuto ad oltranza." - sottolinea Claudio Formisano, Presidente Dismamusica. "Guardando avanti, dobbiamo avere il coraggio di riproporre con forza l'inserimento della musica sia a livello di percorsi educativi e formativi dei giovani (nella scuola), sia come risorsa per valorizzare il tempo libero (nell'età adulta), sia infine come leva di miglioramento della qualità di vita a ogni età." "La ricerca smentisce il luogo comune di chi parla di morte del cd. Il rapporto evidenzia infatti come il mercato discografico, nell'evoluzione del proprio modello di business, poggia oggi le propria fondamenta sempre più stabilmente su tre pilastri. Al tradizionale 'mercato fisico', si affiancano, infatti, significativi flussi economici in via di consolidamento generati dalla gestione collettiva dei diritti discografici derivanti dalla cosiddetta 'musica sparsa' - diffusa ad es. in bar, discoteche, ristoranti, alberghi, palestre - e dalle diverse forme di distribuzione digitale. Su questi ultimi fronti registriamo in Italia trend di crescita decisamente costanti nel medio/lungo periodo: performance positive che contribuiscono a indicare le vie da percorrere e suggeriscono un cauto ottimismo per il futuro, nonostante la crisi che da anni investe il settore" - dichiara Gianluigi Chiodaroli, Presidente di SCF Consorzio Fonografici. "La collaborazione della Società Italiana degli Autori ed Editori alla Ricerca promossa dall'Università IULM, Il Rapporto sull'Economia della Musica in Italia, è un atto non solo voluto, ma "dovuto", considerata la capillare attività di raccolta dei diritti d'autore da parte della SIAE" - commenta Giorgio Assumma, Presidente SIAE. "Quest' attività ha portato alla ricerca molti dati sorprendenti, ma soprattutto confortanti: innanzitutto quello della tenuta della discografia italiana nel suo complesso, in termini di supporti venduti, che sono aumentati del 10% rispetto all'anno precedente. Risulta inoltre in pieno sviluppo il settore radiotelevisivo, cui gli autori e gli editori in primo luogo guardano con fiducia ed impegno. Proprio in questi giorni la SIAE ha rinnovato il contratto con Mediaset, che non riguarda solo le reti "free", ma accompagna in maniera flessibile la transizione al digitale. Emerge anche un notevole incremento di quel settore che il Rapporto definisce come "musica sparsa", incremento che costituisce un trend pluriennale, di cui è interessante tener conto anche sotto il profilo sociologico. Nel Rapporto si legge, poi, che la SIAE è tra le poche società di autori europee che hanno mantenuto nel 2008 un incremento degli incassi. Credo che questo dato testimoni in modo oggettivo la capacità dell'Ente di mantenere elevato il suo livello di servizio, pur in un periodo di crisi globale." Lo studio propone anche quest'anno una panoramica sugli scenari internazionali del settore musicale, concentrandosi soprattutto sugli stadi della discografia e degli strumenti musicali. Nel 2008 la discografia ha generato a livello mondiale (secondo i dati dell'International Federation of the Phonographic Industry - IFPI) un fatturato retail complessivo pari a 27,8 miliardi di dollari, in diminuzione del 7% rispetto al 2007 (29,9 miliardi). Si conferma il trend in atto da alcuni anni che mostra un piccolo aumento del volume dei consumi (al quale non corrisponde però un incremento del valore).