Lo studio fornisce una visione completa del 'sistema musica' in
Italia da un punto di vista economico-quantitativo, analizzando i
singoli stadi della sua filiera produttiva, scissa in due macro
aree di riferimento: il 'piccolo settore' (nel quale rientrano gli
stadi relativi alla produzione, alla distribuzione e al consumo
della musica) e il 'grande settore' (che include i player più
esterni della filiera, ovvero i produttori e distributori di
strumenti, di musica stampata, chi fa formazione musicale e produce
elettronica di consumo).
Dalla ricerca emerge che il fatturato complessivo del settore
musicale italiano nel 2008 è pari a 3,9 miliardi di euro (-4%
rispetto al 2007). Una flessione lieve - determinata dalla pesante
flessione del comparto dell'elettronica di consumo - che,
considerato uno scenario economico caratterizzato da un PIL in calo
dell'1% (pari a una diminuzione dei consumi dello 0,9%), testimonia
che il sistema gode di un buono stato di salute generale.
"Se escludiamo la flessione di circa il 18% dell'elettronica di
consumo audio, il sistema musica avrebbe fatto registrare un
modesto -0,1% comportandosi come un prodotto culturale e un bene
necessario in tempi di crisi." - commenta Luca Barbarito,
Professore Associato di Economia dei settori all'Università IULM e
coordinatore della ricerca. "Ai supporti fisici ha giovato la
riduzione dei prezzi, mentre il digitale conferma la sua crescita
ma è ben lontano dall'avere espresso tutte le sue potenzialità.
Bene la musica sparsa e la raccolta di diritti incrementa la
propria quota tra le entrate delle case discografiche. Tra i
comparti della fruizione di musica, sono sempre le discoteche (933
mln. €) e i concerti dal vivo (755 mln. €) le principali forme di
fruizione. Quest'anno si è registrata una piccola flessione per
entrambi i comparti e quella dei concerti è dovuta ad un aumento
del prezzo dei biglietti."
I principali dati della ricerca
Partendo dal 'piccolo settore', va premesso che lo studio ha
distinto 6 diverse modalità di fruizione della musica, che sono
state analizzate dal punto di vista quantitativo monitorandone
l'evoluzione (fatta eccezione per le sincronizzazioni).
- Musica su supporti fisici: i dati SIAE mostrano un aumento dello
0,5% nel numero di unità vendute (per un fatturato di 499 milioni
di euro) testimoniando un'inversione di tendenza rispetto all'anno
precedente, favorita probabilmente dalla riduzione del prezzo dei
cd, ma soprattutto dalle vendite in edicola.
- Musica digitale: è il segmento che, soddisfacendo le aspettative,
fa registrare la crescita maggiore (con un +35% e un fatturato di
38 milioni di euro) e prospetta ulteriori margini di
miglioramento.
- La 'musica sparsa', ovvero diffusa all'interno di attività
economiche (ludiche o ricreative) si conferma il segmento di
maggiori dimensioni all'interno del sistema musica ed è distinta in
due comparti: quello in cui la musica è un fattore determinante del
business (radio, discoteche, tv) e quello dove la musica recita un
ruolo secondario (musica diffusa in centri commerciali,
supermercati, bar, alberghi, etc.). Il primo comparto ha fatto
registrare una leggera flessione, con un fatturato di 1.447 milioni
di euro (-1,5%). Le entrate relative alla seconda categoria,
invece, confermano il trend di crescita dell'anno precedente
arrivando a 56,6 milioni di euro (+8,2%, solo per i diritti versati
a SIAE e SCF).
- Musica dal vivo: è la seconda tipologia di consumo per volume
d'affari (755 milioni di euro) ma subisce una flessione dell'1,7%
rispetto all'anno precedente.
Il calo complessivo del 'piccolo settore' (pari a -0,7%) va
comunque contestualizzato in uno scenario macro-economico
complessivo che, come detto, vede i consumi totali in Italia
diminuire lungo il corso del 2008.
Passando ai dati del 'grande settore' (quello dei segmenti più
esterni al sistema) la ricerca evidenzia un fatturato complessivo
in calo dell'11,1% con 1.143 milioni di euro, trascinato dalla
netta riduzione delle vendite dell'elettronica di consumo (-
17,7%), il comparto che più ha sofferto in tutto il sistema. In
aumento, invece le vendite di musica stampata (+4,8%) e strumenti
musicali (+3,4%).
"Questi dati confermano la 'voglia di fare musica' che ancora si
esprime in Italia. E vanno letti tenendo presente che più di un
milione di persone, ogni anno, acquista in Italia uno strumento
musicale nuovo. È questa 'voglia di fare musica' che spinge verso
l'alto i dati di vendita degli strumenti, oggetti senza i quali la
musica stessa non esisterebbe. Ed è per questo desiderio di
esprimersi, che cresce nonostante la crisi, che il valore della
pratica musicale a livello culturale e sociale va ribadito,
potenziato e sostenuto ad oltranza." - sottolinea Claudio
Formisano, Presidente Dismamusica. "Guardando avanti, dobbiamo
avere il coraggio di riproporre con forza l'inserimento della
musica sia a livello di percorsi educativi e formativi dei giovani
(nella scuola), sia come risorsa per valorizzare il tempo libero
(nell'età adulta), sia infine come leva di miglioramento della
qualità di vita a ogni età."
"La ricerca smentisce il luogo comune di chi parla di morte del cd.
Il rapporto evidenzia infatti come il mercato discografico,
nell'evoluzione del proprio modello di business, poggia oggi le
propria fondamenta sempre più stabilmente su tre pilastri. Al
tradizionale 'mercato fisico', si affiancano, infatti,
significativi flussi economici in via di consolidamento generati
dalla gestione collettiva dei diritti discografici derivanti dalla
cosiddetta 'musica sparsa' - diffusa ad es. in bar, discoteche,
ristoranti, alberghi, palestre - e dalle diverse forme di
distribuzione digitale. Su questi ultimi fronti registriamo in
Italia trend di crescita decisamente
costanti nel medio/lungo periodo: performance positive che
contribuiscono a indicare le vie da percorrere e suggeriscono un
cauto ottimismo per il futuro, nonostante la crisi che da anni
investe il settore" - dichiara Gianluigi Chiodaroli, Presidente di
SCF Consorzio Fonografici.
"La collaborazione della Società Italiana degli Autori ed Editori
alla Ricerca promossa dall'Università IULM, Il Rapporto
sull'Economia della Musica in Italia, è un atto non solo voluto, ma
"dovuto", considerata la capillare attività di raccolta dei diritti
d'autore da parte della SIAE" - commenta Giorgio Assumma,
Presidente SIAE. "Quest' attività ha portato alla ricerca molti
dati sorprendenti, ma soprattutto confortanti: innanzitutto quello
della tenuta della discografia italiana nel suo complesso, in
termini di supporti venduti, che sono aumentati del 10% rispetto
all'anno precedente. Risulta inoltre in pieno sviluppo il settore
radiotelevisivo, cui gli autori e gli editori in primo luogo
guardano con fiducia ed impegno. Proprio in questi giorni la SIAE
ha rinnovato il contratto con Mediaset, che non riguarda solo le
reti "free", ma accompagna in maniera flessibile la transizione al
digitale. Emerge anche un notevole incremento di quel settore che
il Rapporto definisce come "musica sparsa", incremento che
costituisce un trend pluriennale, di cui è interessante tener conto
anche sotto il profilo sociologico. Nel Rapporto si legge, poi, che
la SIAE è tra le poche società di autori europee che hanno
mantenuto nel 2008 un incremento degli incassi. Credo che questo
dato testimoni in modo oggettivo la capacità dell'Ente di mantenere
elevato il suo livello di servizio, pur in un periodo di crisi
globale."
Lo studio propone anche quest'anno una panoramica sugli scenari
internazionali del settore musicale, concentrandosi soprattutto
sugli stadi della discografia e degli strumenti musicali.
Nel 2008 la discografia ha generato a livello mondiale (secondo i
dati dell'International Federation of the Phonographic Industry -
IFPI) un fatturato retail complessivo pari a 27,8 miliardi di
dollari, in diminuzione del 7% rispetto al 2007 (29,9 miliardi). Si
conferma il trend in atto da alcuni anni che mostra un piccolo
aumento del volume dei consumi (al quale non corrisponde però un
incremento del valore).