Milano, 26 febbraio 2004. La società di revisione Price
WaterhouseCooper ha diffuso i dati relativi al 2003 che segnalano
un calo del mercato sia a volume che a fatturato.
Complessivamente il mercato audio cala del 7,87% a volume e del
7,69% a valore. I dischi venduti nell'anno appena trascorso sono
stati in totale 36 milioni circa rispetto ai 39 milioni del
2002
Globalmente il fatturato del 2003 è stato di 314 milioni di euro
contro i 340 milioni dello scorso anno. Un calo di ben 26 milioni
di euro.
In quattro anni, dal 2000, il mercato discografico italiano ha
perso in termini di fatturato il 14.44 % con oltre 53 milioni di
euro bruciati dalla crisi.
Il cd album, la fetta più importante del mercato, scende dell'1,49%
a volume e del 3,26% a valore. Resta invariata rispetto all'anno
precedente la contrazione nel segmento che racchiude generalmente
le novità che cala del 9,13% a volume e del 6,01% a valore.
Continua la caduta dei cd singoli evidenziata anche dai dati del
primo semestre dell'anno, che calano del 18,62% a volume e dell'
18,25% a valore.
In particolare sul segmento "singoli" pesa fortemente la
concorrenza illegale della pirateria online. Sono milioni i pezzi
scaricati ogni giorno abusivamente e per alcuni settori di mercato,
come la musica dance, il fenomeno rischia di decretarne la
sparizione.
In tre anni il calo occupazionale nella filiera produttiva e
distributiva è stato di oltre il 20 % e sono a rischio migliaia di
addetti, senza contare i tagli agli investimenti in nuovi artisti
determinati dalla grave crisi.
Nei prossimi giorni FIMI lancerà un appello alle istituzioni sul
tema della pirateria, dell'IVA (al 20 % contro il 4 % del libro),
all'assenza di incentivi per la produzione, di politiche di
sviluppo e di promozione del settore e per il decollo delle
piattaforme di distribuzione della musica online.
Prosegue il calo del prezzo medio del cd sceso nel 2003 del 7,30 %
dopo che nel 2002 il calo era stato del 9,30 %
L'unico segnale positivo è la crescita del DVD musicale, che mostra
un incremento del 212.43% a volume e del 293.53% a valore. Il DVD
musicale, in un panorama di generale difficoltà del settore
discografico, offre segnali di sviluppo grazie a contenuti
aggiuntivi e alla possibilità di combinare l'alta qualità video a
quella sonora, elemento che ha portato più in generale il supporto
DVD a sfondare nel settore dell'home theatre.
In crescita il repertorio italiano rispetto all'internazionale.
La musica italiana rappresenta il 48.67% del totale contro il
47.51% dell'internazionale, una delle percentuali più elevate in
europa. Anno negativo per il repertorio classico che ha perso il
10.88% a valore e il 15.90% a volume. Oggi la musica classica
rappresenta il 3.8% del mercato.
FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana aderente a
Confindustria, rappresenta oltre 80 imprese discografiche italiane,
tra le quali le maggiori aziende del settore e più di settanta
etichette indipendenti per un totale di oltre 2500 marchi
discografici tra i più noti nel mondo.
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