La società di revisione Price WaterhouseCooper ha diffuso i dati
relativi al 2002 che mostrano una realtà a due facce.
Mentre a quantità, il mercato segna un deciso rialzo, il
fatturato non cresce confermando che la crisi del settore persiste
e viene solo limitata dal sempre più frequente ricorso a campagne
di sconti da parte delle case discografiche e della
distribuzione.
Complessivamente il mercato cresce del 7,34% a unità
vendute e dello 0,52% a valore. Le unità vendute nell'anno
appena trascorso sono state in totale 47 milioni circa
rispetto ai 43 milioni del 2001.
Globalmente il fatturato del 2002 è stato di 340 milioni
di euro contro i 338 dello scorso anno. Un
incremento di soli 2 milioni di euro (quattro miliardi di
vecchie lire) .
Il cd album, la fetta più importante del mercato, cresce
del 17,58% a unità e del 6,52% a valore. Forte
contrazione nel segmento che racchiude generalmente le
novità che cala del 9,00% a valore e del 5,62% a
unità, confermando un andamento negativo già evidenziato nel
primo semestre, mentre guadagna il cosiddetto catalogo medio prezzo
con una crescita del 64,21% a valore e del 71,74% a
unità.
Continua la caduta dei singoli che calano del 17,75% a
unità e dell' 15,99% a valore.
Crescono le compilation sia italiane che internazionali che
rappresentano, complessivamente, il 12% del mercato contro
il 7% dello scorso anno.
Il repertorio italiano ottiene una nuova forte affermazione, già
evidenziata nel primo semestre. La musica italiana rappresenta il
46% del totale contro il 48% dell'internazionale.
Inversione di tendenza per il repertorio classico con un
incremento a unità dell' 75,97% e del 13,85% a
valore, e ciò dopo quattro anni di calo costante. Oggi la
musica classica rappresenta il 6% del mercato.
"I dati di mercato fotografano solo in parte la crisi del
settore. Il contenimento delle perdite è stato limitato ma con
sacrifici notevoli per il comparto industriale. La riduzione dei
margini ha significato tagli di personale, contrazione degli
investimenti sugli artisti emergenti. E' più che mai necessario ora
un intervento sulla fiscalità da parte del Governo", ha dichiarato
Alberto Pojaghi, Presidente di FIMI.
Vale la pena di segnalare che il mercato, rispetto al 1999,
ultimo anno che ha visto indici di crescita, ha perso 40 milioni di
euro (- 11%) e oltre 6 milioni di pezzi. Gli ultimi due anni
sono stati molto duri, anche rispetto al 2000 il 2002 mostra un
calo di oltre il 7%
Piero La Falce, Presidente ed Amministratore Delegato di
Universal Music, vicepresidente di FIMI, ha aggiunto:"La fotografia
che si vede osservando i dati è molto nitida. Le aziende hanno
limitato l'impatto della crisi ricorrendo a continue campagne
promozionali sul catalogo, ma pagando costi enormi in termini di
ristrutturazioni e portando in cassa poco in termini di fatturato.
Una situazione non più sostenibile. Questo è un settore industriale
che non gode di incentivi alla rottamazione, sostegni fiscali e che
affronta una crisi di mercato enorme solo con le proprie
risorse."
Cresce anche il settore dei video musicali, trainato dalle
performance del DVD musicale, una crescita del 93%
a unità e del 47% a valore.
"Un repertorio italiano forte ha anch'esso contribuito a contenere
la crisi, e quindi non tutti i segnali sono negativi, ma la crisi
ha avuto un forte impatto anche sulle imprese indipendenti, tra le
più dinamiche nella ricerca e nello sviluppo. La frenata negli
investimenti rischia di inaridire proprio l'area più delicata per
lo sviluppo di nuovi artisti", ha affermato Mario Limongelli,
Vicepresidente di FIMI e coordinatore del gruppo Piccola e Media
Industria della Federazione.
Ancora forte il fenomeno della contraffazione discografica anche
se il 2002 ha visto le forze dell'ordine colpire con durezza le
organizzazioni criminali attive nel settore. Secondo i dati forniti
dalla Federazione contro la pirateria musicale (FPM), solo nel
primo semestre dell'anno i cd pirata sequestrati sono stati
oltre 1 milione e 100 mila (+ 149%). In tutto il 2001 i
cd sequestrati erano stati 1 milione e 200 mila. I
masterizzatori sequestrati sono stati 397 contro i
345 dello stesso periodo dello scorso anno (+ 15%).
812 i soggetti arrestati, il 225% in più rispetto
all'anno precedente.
FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana aderente a
Confindustria, rappresenta oltre 80 imprese discografiche italiane,
tra le quali le maggiori aziende del settore e più di settanta
etichette indipendenti per un totale di oltre 2500 marchi
discografici tra i più noti nel mondo.
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