Secondo i dati Deloitte per FIMI il primo semestre mostra un fatturato totale digitale di 12,4 milioni di euro con una crescita del 10 % rispetto al 2010
Il digital download cresce del 13 % con una percentuale di album che crescono del 37 % mentre i singoli crescono del 6 %
Ancora forte la crescita dei ricavi basati sulla pubblicità, ovvero YouTube che cresce del 39 %.Complessivamente il digitale è il 21 % del mercato discografico italiano.
In calo ancora il mercato fisico del 13 %, sceso per la prima volta sotto i 50 milioni di euro al sell in (46,2 milioni), 72 milioni al sell out.
Ancora in crescita il repertorio italiano che ora rappresenta il 57% del mercato, una delle percentuali più elevate al mondo relative alla produzione locale.
Da rilevare tuttavia che la crescita del digitale in Italia è stata la più bassa in Europa dove perfino la Spagna, con oltre 22 milioni di euro e una crescita del 15 % ha realizzato performance migliori dell'Italia. In Spagna il digitale è il 36 % del mercato. Uk è cresciuto del 20 % con una share del 42 % di digitale, Germania del 19 % con una share del 17% e Francia, con una crescita del 12 % e una share digitale del 24 %
L'italia, che si è sempre collocata come mercato discografico nei primi dieci al mondo (nel fisico è l'ottavo mercato) nel digitale si colloca solo al 16 posto.
L'Italia mostra un'arretratezza non solo nella diffusione della rete ma anche culturale (il recente dato di Boston Consulting sull'e-intensity di internet pone la Spagna tra i player principali mentre l'Italia naviga nelle retrovie).
L'assenza di una politica nazionale per la diffusione della banda larga e di un'agenda per i contenuti sta portando l'Italia ai margini del mercato.
Paesi con una forte penetrazione della rete sono anche quelli con la maggiore penetrazione di musica digitale (Corea del Sud, 54 %, Danimarca, 46 %, Svezia, 50%)