Continua la crescita dell'offerta digitale in Italia, trainata
anche dalle nuove piattaforme e dai servizi cloud based
lanciati nel 2012. Secondo i dati di Deloitte per
FIMI, lo scorso anno il fatturato è
cresciuto al sell-in del 31%, superando i
36 milioni di euro. Il download di album e singoli è
cresciuto del 25% mentre un vero e proprio boom è arrivato dallo
streaming video basato sulla pubblicità, salito del 77 % con un
fatturato di 8 milioni di euro. Lo streaming è la seconda fonte di
ricavo nel digitale.
Cresciuti dell'80% anche i modelli in abbonamento, altro
segmento in grande espansione. In crescita sul mercato italiano, i
proventi diversi (new revenue stream) saliti del 29% tra i
quali, ad esempio, i diritti connessi, il merchandising, e le
sponsorizzazioni.
Complessivamente, considerando l'intero mercato tradizionale,
più digitale e nuovi proventi, il fatturato è risultato pari a
150,9 milioni di euro: digitale e nuove fonti di ricavo
rappresentano oggi il 45% del totale, a fronte di un 55% del
segmento del supporto fisico.
"L'industria discografica ha saputo rispondere alle sfide della
tecnologia con importanti partnership e soprattutto, si è
confrontata con la rivoluzione digitale solo con le proprie forze,
senza incentivi, sostegni economici o contributi, arrivando oggi a
poter offrire ai consumatori una vasta gamma di alternative per
l'accesso legale ad oltre 25 milioni di brani su decine di
piattaforme" - ha commentato il Presidente
di FIMI (Federazione dell'industria musicale italiana) Enzo
Mazza. "L'Italia ha ottime prospettive di sviluppo ma
molto dipenderà dalla strategia che il prossimo Governo vorrà darsi
sull'agenda digitale e sui contenuti online, abbiamo di fronte una
grande opportunità, come già dimostrano i dati di Paesi in cui il
digitale è centrale nelle politiche di sviluppo e crescita" - ha
concluso Mazza.
Nell'off-line il segmento del CD / Album ha perso il 22
% scendendo a 80,2 milioni di euro al sell in. In crescita
del 46% il vinile, anche se con i quasi 2 milioni di euro, rimane
comunque ancora un fenomeno limitato rispetto al totale del
business musicale in Italia. Da rilevare, secondo i dati forniti
invece da GfK, che nella generale crisi del supporto e dei canali
tradizionali (scesi del 17%), spicca con un'impennata del 30%
l'e-commerce, che rappresenta oggi il 7% delle vendite di dischi in
Italia.
Il repertorio italiano risulta costante al top
anche nel 2012: con oltre il 50 % del venduto e otto su dieci nella
top ten degli album più venduti dell'anno.