Il lockdown non frena la musica in Italia: a trainare il settore è inevitabilmente il digitale, che occupa da solo l’86% di tutti i ricavi dell’industria. Di tale segmento, l’82% è rappresentato dallo streaming, che ha generato 68 milioni di euro nei primi sei mesi del 2020: si tratta di un balzo consistente rispetto alla fine del 2019, in cui rappresentava il 66% del totale. La crescita è segnata, soprattutto, dagli abbonamenti in streaming, che segnano +33% nei primi sei mesi dell’anno.
La crisi pandemica segna anche, definitivamente, il crollo del fisico: complice la chiusura temporanea dei retail fisici e la sospensione dei servizi di spedizione di dischi di Amazon, il CD dimezza (-51,44%) le vendite rispetto al primo semestre del 2019, mentre il vinile mantiene salda la sua posizione coprendo il 5% del mercato.
In definitiva, nel primo semestre l’intero mercato discografico (mkt + synch) ha generato circa 88 milioni di euro, crescendo del 2,1% rispetto al 2019: un risultato ottenuto grazie anche ai ricavi derivati dal bonus cultura 18app, che ha sviluppato un fatturato di circa 10 milioni di euro (Agosto 2020) a fronte di un coinvolgimento di 390.000 ragazzi aderenti all’iniziativa.