- L'investimento totale in ricerca e sviluppo e in strategie di
promozione e marketing delle case discografiche supera i 4,5
miliardi di dollari annui. Questo è il dato che emerge dal nuovo
Investing In Music presentato oggi da IFPI
- Le etichette discografiche hanno continuato, nonostante la
forte recessione economica, ad investire in A&R, spendendo 2,7
miliardi di dollari, pari al 16% del loro fatturato totale
- Oltre il 70% degli artisti senza contratto, secondo due nuove
indagini, vorrebbe invece avere la consulenza e il supporto di una
casa discografica
Le case discografiche hanno sfidato la crisi economica globale,
investendo 4,5 miliardi di dollari all'anno in artisti e nuovo
repertorio, questo è il primo importante dato che emerge dal report
internazionale "Investing in Music" presentato oggi a Londra da
IFPI - International Federation of Music Phonographic Industry.
Le case discografiche restano quindi i principali investitori sugli
artisti, mantenendo costante il loro impegno finanziario nonostante
il forte calo di fatturato globale registrato negli ultimi anni. Le
etichette hanno speso nel 2011, 2,7 miliari di dollari, poco meno
rispetto all'anno precedente, nonostante una contrazione maggiore,
il 16%, dei ricavi a livello globali nell'arco dei 2 anni. I ricavi
derivanti dall'investimento in A&R sono saliti di un punto
percentuale, dal 15 al 16%, tra il 2008 e il 2011.
Le case discografiche, rispetto a molti altri settori, investono
una percentuale molto importante dei loro ricavi globali in ricerca
e sviluppo. Il confronto mostra come l'investimento del settore
musicale sia superiore ad esempio a quello del software e
dell'informatica (9,6%), a quello farmaceutico e biotech (15,3%). I
confronti si basano sui dati elaborati dalla commissione europea
per il 2011 EU Industrial R & D Investment Scoreboard.
Due nuove indagini, condotte nel Regno Unito e in Germania nel
2012, mostrano che più del 70% degli artisti senza contratto, lo
desiderano, proprio perché ritengono importante e strategico il
sostegno e la consulenza svolta della casa discografica.
"Investing in Music" è stato presentato oggi da IFPI, la
federazione che rappresenta l'industria discografica mondiale, in
collaborazione con WIN, la federazione internazionale che
rappresenta le etichette discografiche indipendenti. Con dati
aggiornati e decine di case history, il nuovo report descrive
l'evoluzione del rapporto di collaborazione tra aziende
discografiche ed artisti nell'era del digitale.
Frances Moore, CEO di IFPI, ha dichiarato: "Investing in Music
mette in luce una semplice verità: dietro il mondo fortemente
visibile degli artisti, attorno al quale ruotano molte persone, vi
è un settore meno visibile di grande diversità, creatività e valore
economico. Questo rapporto mostra l'importanza e il ruolo delle
etichette discografiche, multinazionali e indipendenti, nello
scoprire e valorizzare i talenti artistici in tutto il mondo.
Ci sono più di 5 mila contratti firmati dalle major, decine di
migliaia di altri firmati da etichette indipendenti. Uno su quattro
artisti è un nuovo acquisto, questo mette in evidenza il ruolo dei
nuovi talenti come la linfa vitale del settore.
Alison Wenham, Presidente della WIN, ha dichiarato:"Oggi, il
rapporto tra gli artisti e le loro case discografiche, è
leggermente cambiato e sta continuando ad evolversi. Il modello
tradizionale legato agli anticipi al supporto promozionale rimane
in atto, soprattutto per le aziende più grandi, ma ora c'è una
maggiore attenzione dal punto di vista delle partnership, delle
collaborazioni e dei ricavi condivisi"
Il report mette in evidenza alcune realtà e case history a livello
mondiale tra cui vale la pena citare quelli relativi agli artisti
Michael Bublé, all'italiano Raphael Gualazzi, David Guetta, Jan
Lisiecki e Sexion D'Assaut.
Altri punti salienti del rapporto sono:
• Le etichette discografiche si stanno orientando verso i nuovi
canali digitali, attraverso l'utilizzo di campagne promozionali più
mirate ed adattate ai social network e new media. A tal proposito
vale la pena sottolineare come il ritorno sull'investimento da
parte di strategie di marketing tradizionale, sia passato da 2,4
miliardi di dollari del 2008 a 1,7 miliardi nel 2011. Il calo è
causato anche dall'impatto della pirateria che ha ridotto i ricavi
e contratto gli investimenti delle aziende.
• Gli artisti senza contratto discografico lo vorrebbero. The
Unsigned Guide ha condotto un'indagine nel Regno Unito dalla quale
è emerso che il 71% degli artisti britannici senza un contratto, ne
desiderano uno. BVMI in Germania, ha rilevato che l'80% degli
artisti senza contratto ne desidera uno. La consulenza in marketing
e promozione è il supporto più importante che una casa discografica
può offrire verso i propri artisti, seguito dal supporto nei tour e
dal pagamento degli anticipi
• I costi che si sostengono per un artista in un mercato importante
sono nell'ordine di 1,4 milioni di dollari. I costi sono suddivisi
tra anticipi (200 mila dollari), spese di registrazione (200-300
mila dollari), costi di produzione video (50-300 mila dollari),
supporto tour (100 mila dollari) marketing e dei costi promozionali
( 200-500 mila dollari).
Il live non ha sostituito il mercato discografico come fonte di
ricavi, mentre le case discografiche investono 2,7 miliardi di
dollari in ricerca e sviluppo, non ci sono prove di investimenti di
tale portata in altri settori dell'entertainment musicale. I primi
cinque concerti globali dal vivo del 2011 - U2, Bon Jovi, Take
That, Roger Waters e Taylor Swift - hanno tutti i cataloghi e
prodotti musicali importanti alle spalle.
• Le partnership e i diritti di sincronizzazioni sono cresciuti
molto. Un contratto discografico sblocca una serie di flussi di
entrate diverse per gli artisti e le etichette. Questi includono
nuove strategie legate a brand-partnership e diritti di
sincronizzazione, grazie alla musica trasmessa attraverso TV, film,
giochi e spot pubblicitari. I ricavi da sincronizzazioni in
particolare sono aumentati a livelli importanti, passando da cifre
trascurabili nel 2008 a 342 milioni di dollari a livello globale
nel 2011. Il report mostra il caso Ellie Goulding, la cui cover di
Your Song è stata utilizzata in una campagna pubblicitaria, e
questo ha portato un aumento di fatturato facendo crescere di
ulteriori 400 mila le copie dell'album.
Le case discografiche investono in talenti locali affiancandoli al
repertorio internazionale. Il repertorio nazionale infatti nella
top 100 degli album più venduti, ha inciso positivamente in tutti i
principali mercati: Stati Uniti d'America (62%), Giappone (77%),
Germania (55%), Regno Unito (53%), Francia (54%) Italia (74 %) .
Gli esperti del settore ritengono che l'industria musicale debba
ampliare la propria base artistica locale per ottenere in futuro
maggiori ricavi.
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il nuovo Investing in Music 2012
Per ascoltare il commento del Presidente di IFPI, Plácido Domingo,
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