Caso Peppermint: per le Etichette Indipendenti la diffusione abusiva di brani musicali sulle reti P2P può essere fatale

19 luglio 2007

"E' difficile comprendere come un'attività illecita, come la condivisione di brani musicali nelle reti p2p, possa trovare una tutela nella privacy di un utente che, consapevolmente e volontariamente, mette in evidenza a tutti il contenuto del suo computer", ha dichiarato il presidente del gruppo piccola e media industria di FIMI, Mario Allione. "Oggi le etichette indipendenti, che hanno un repertorio spesso di nicchia e con cataloghi contenuti, subiscono le conseguenze più gravi della pirateria digitale: una indie lavora molto spesso intorno ad un unico progetto, con grossi investimenti in termini di ricerca e sviluppo, la cui diffusione illecita nelle reti p2p rischia di determinarne la morte immediata". "Le etichette indipendenti costituiscono una delle risorse più importanti nello sviluppo della cultura musicale europea, è necessario però che questo lavoro sia adeguatamente tutelato consentendo la diffusione della produzione indipendente nel mondo attraverso anche il commercio legale di contenuti musicali. Decisioni come quelle di questi giorni, rischiano invece di favorire una pirateria indiscriminata, proprio a danno dei repertori più deboli. Sono convinto - ha concluso Allione - che le Istituzioni debbano riflettere attentamente sulla questione".