"Il fenomeno della contraffazione colpisce oggi ogni settore merceologico: dai giocattoli alla musica, ma anche pneumatici e cosmetici con gravi conseguenze per l'economia e per i consumatori. Per conoscere il fenomeno più da vicino abbiamo intervistato i maggiori rappresentanti delle categorie colpite". E' quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell'Unione Nazionale Consumatori (UNC), ricordando l'appuntamento del prossimo 22 novembre a Roma (Centro Congressi Montecitorio Eventi, Piazza Capranica 101) con il Premio "Vincenzo Dona, voce dei consumatori" dedicato proprio alla contraffazione. "Purtroppo -dichiara Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma- anche per i pneumatici negli ultimi anni si sono verificati fenomeni di contraffazione, in termini di non omologazione, sia sui pneumatici moto sia su quelli utilizzati per le vetture che sono in aumento. Può darsi che questi pneumatici non conformi vengano offerti a condizioni economiche più vantaggiose; tuttavia questo apparente vantaggio economico iniziale cela una serie di rischi ben superiori all'opportunità economica". "Sicuramente -spiega Fabio Rossello, presidente Unipro (Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche)- negli anni è fortemente aumentato anche nel settore dei cosmetici il fenomeno della contraffazione, sebbene sia ancora ben lontano dai valori assunti in altre categorie di prodotti. Dai dati resi disponibili dal Ministero dello Sviluppo Economico basati sui sequestri effettuati risulta che oggi il cosmetico vale circa il 5% del totale a valore della merce sequestrata". "La contraffazione -dichiara Paolo Taverna, direttore generale Assogiocattoli- è uno degli argomenti più spinosi per il settore del giocattolo, che in Italia è tra i primi a essere colpito da questo fenomeno: un danno per le aziende, ma soprattutto per i consumatori. Basti pensare che nell'anno che va dal 1° luglio 2011 al 30 giugno 2012, la sola Guardia di Finanza ha sequestrato 21.842.200 giocattoli contraffatti o insicuri per un valore di mercato di oltre 31milioni di euro"."La pirateria -afferma Luca Vespignani, segretario generale FPM (Federazione contro la pirateria musicale)- in particolare con l'avvento della distribuzione illegale sul web, causa ingentissimi danni alle industrie di settore. Come dimostrato da un recente studio internazionale di Tera Consultants, le industrie creative registrano complessivamente un mancato fatturato di 1,5 miliardi di euro e una perdita di oltre 22 mila posti di lavoro su base annua solo in Italia. Il mercato musicale, nello specifico, cala del 15% mediamente e registra perdite di circa 300 milioni di euro ogni anno". Scarica qui l'intervista completa ai 4 rappresentanti