"Assistiamo all'ennesimo attacco per indebolire, sconvolgere, anzi il termine giusto è azzerare la normativa a tutela del diritto d'autore".E' caustica la posizione del presidente di AIE e Sistema Cultura Italia, la Federazione italiana dell'Industria culturale che aderisce a Confindustria, Federico Motta, all'indomani dell'approvazione da parte della Camera dei Deputati dei tre Ordini di Giorno (rispettivamente Maroni-Fava, Trepiccione-Bonelli-Vacca e Acerbo-Folena-Vacca) sul tema, con cui si impegna il Governo "ad adottare le opportune iniziative normative volte a modificare la disciplina del diritto d'autore che prevedano, tra l'altro, l'abolizione delle sanzioni penali per la condivisione della conoscenza, in particolare attraverso le reti di telecomunicazione, nonché la liberalizzazione della copia per uso personale di opere di ingegno" e a "procedere ad una effettiva liberalizzazione che consenta la riproduzione unicamente per uso personale e senza fini di lucro di brani musicali, libri di testo ed altre opere intellettuali similari". "Altro che condivisione della conoscenza - replica il presidente Motta - L'intento dichiarato è nella direzione di consentire una assoluta libertà di sfruttare e utilizzare per uso personale le opere dell'ingegno a prescindere da una qualsiasi forma di autorizzazione da parte dei titolari dei diritti e da qualsiasi anche minimo riconoscimento di un compenso. In più questo avviene in totale spregio e violazione degli obblighi assunti dall'Italia in ambito internazionale attraverso il recepimento di direttive europee e trattati internazionali in materia di diritto d'autore". "Ma perché si parla sempre di tutela della proprietà privata e poi si dimentica invece il rispetto di quella intellettuale e si afferma anzi che "la legislazione attuale sul diritto d'autore reca restrizioni tali da pregiudicare alcuni basilari diritti dei cittadini in merito alla diffusione della conoscenza"? - conclude Motta - Lo dicano chiaramente che si vuole far morire l'industria culturale italiana e - in contraddizione ai loro stessi propositi - la cultura".