Qualche milione di brani musicali scaricati legalmente e gratis, più di un miliardo di click gratuiti sui video ufficiali degli artisti italiani tramite youtube, più dell'90% dei singoli file venduti a meno di un euro da decine di piattaforme. Un mercato della musica legale su internet che oggi è il 14 % del totale. Sono i numeri del mercato italiano nel 2009 a rispondere al Ministro Maroni che vorrebbe un'alternativa alla soluzione drastica di tagliare la connessione ad internet a chi scarica abusivamente. Lo dice la FIMI, la federazione dell'industria musicale italiana, sostenendo che il Ministro dell' Interno dovrebbe anche valutare che vi sono in gioco posti di lavoro e ricavi per lo Stato a causa della pirateria digitale .Chi ruba in un negozio viene sanzionato, non si capisce perchè in rete dovrebbe farla franca.
Il recente studio economico indipendente di TERA mostra il risvolto drammatico della pirateria digitale sull'economia del lavoro in Europa. Nel 2008, le industrie creative dell'Unione Europea, cinema, musica, televisione e software, hanno offerto un contributo pari al 6,9% o a circa 860 miliardi di euro al totale del PIL europeo, con una quota del 6,5% dell'occupazione totale dell'UE, pari a circa 14 milioni di lavoratori.
Nel 2008, a causa della pirateria (e principalmente della pirateria digitale) le industrie creative dell'Unione Europea che hanno maggiormente subito l'impatto delle attività illecite (cinema, serie televisive, produzione musicale e software) hanno registrato perdite pari a 10 miliardi di euro ed un totale di 185.000 posti di lavoro in meno. Solo in Italia i danni sono stati di 1,4 miliardi di euro con 22.400 posti di lavoro perduti