Sono trascorsi 7 anni quando iTunes sbarcò in Italia gettando di fatto le basi per lo sviluppo di un mercato musicale liquido sino a quel momento inesistente, in termini di fatturato e di offerta digitale legale. In questi ultimi anni il nostro Paese ha fatto passi importanti per proporre modelli di business sostenibili e soprattutto rispondenti alle esigenze di un consumatore sempre più tecnologico ed esigente. Secondo i dati IFPI a livello worldwide, nel 2010 sono oltre 13 milioni le tracce disponibili negli store digitali ed oltre 400 le piattaforme che vendono musica online in tutto il mondo. I ricavi derivanti dalla musica digitale sono stati pari a 4,6 miliardi di dollari con un +6%. Globalmente in 6 anni, il mercato della musica online è cresciuto del 1000%. L'industria musicale italiana, nonostante le difficoltà e le resistenze culturali ed infrastrutturali, legate soprattutto alla mancanza di un'agenda digitale seria e di lungo periodo, ha creduto ed investito nella musica digitale ed oggi, nei primi nove mesi del 2011, la quota di mercato ha raggiunto il 23% con un fatturato di quasi 19 milioni di euro ed una crescita, rispetto allo stesso periodo dall'anno precedente, del 17%. I segnali sono forti ed incoraggianti, le vendite digitali, che inizialmente riguardavo solo la top ten della classifica ufficiale, si sono spostate verso gli album ed hanno coinvolto anche il catalogo, non solo le new hit. Recentemente Fimi ha unificato la classifica ufficiale Gfk Album, considerando anche i download e non solo le vendite del prodotto fisico, questo per dare un segnale importante alle tendenze del mercato. Cresce il download, crescono anche i ricavi basati sulla pubblicità, ovvero Youtube che, secondo gli ultimi dati Deloitte, sono aumentati del 39%. Molto è ancora da fare, l'Italia, che si è sempre collocata come mercato discografico nei primi 10 Paesi al mondo (nel fisico è l'ottavo mercato), per il digitale si colloca solo al 16° posto.