FIMI -Federazione Industria Musicale Italiana - aderente a Confindustria, ha espresso soddisfazione per l'ultima operazione contro il file sharing illegale (P2P ) condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bergamo, con l'ausilio tecnico della Federazione contro la Pirateria Musicale (FPM). Nell'indagine,svolta in diverse regioni italiane (Lombardia, Piemonte e Lazio) e mirata alla repressione dello scambio illegale di files musicali in rete, la Guardia di Finanza ha scoperto e smantellato un network di server P2P. Nel corso delle investigazioni sono stati individuati alcuni "grandi uploader" (così vengono definiti coloro che mettono a disposizione degli altri utenti della rete enormi quantità di contenuti protetti da copyright ) e sono stati sequestrati 5 server che permettevano la messa in condivisione di milioni di brani tramite la nota piattaforma P2P Direct Connect , attraverso la quale migliaia di utenti potevano scambiarsi illegalemente, oltre ai brani musicali, anche altro materiale tutelato dal diritto d'autore (film e software). Secondo quanto comunicato dalla GdF sono stati complessivamente sequestrati 16 personal computers, 27 hard disk rimovibili, circa 1000 tra cd e dvd masterizzati, decine di migliaia di MP3 e film di recentissima programmazione illecitamente riprodotti. In totale sono 11 le persone denunciate all'Autorità Giudiziaria per violazione della legge 633/41 sul diritto d'autore. Con questa operazione sale ad oltre 170 il numero di soggetti denunciati per condivisione illegale di brani musicali in rete in Italia dal 2005, in violazione delle norme i vigore che puniscono la diffusione di opere protette dal diritto d'autore. Recentemente gli organi di stampa avevano erroneamente diffuso la notizia che scaricare e condividere musica su Internet senza scopo di lucro non desse origine a violazioni penali. In occasione di questa nuova operazione contro la il file sharing illegale, FIMI vuole ribadire quali sono i comportamenti oggetto di rilevanza penale, a parte i profili di responsabilità civile, sempre tutelati, e confermare che le norme in vigore colpiscono, con diversi livelli di intensità,sia chi scarica sia chi condivide. Chi scarica semplicemente rischia una sanzione amministrativa, quella prevista dall'art. 174-ter l. 633/41. Colui che lo fa a fini di lucro e chi lo fa per profitto Nel primo caso, si ricade nelle ipotesi dell'art. 171-ter, comma 2, lett. a-bis) l. 633/41; con sanzioni molti pesanti.. Chi condivide senza una contropartita economica rimane soggetto ad una sanzione penale che è quella dell'art. 171, comma 1, lett. a-bis).