Più dischi venduti nel 2002 ma il fatturato resta piatto. Crollano le novità cresce il catalogo. Forte affermazione della produzione italiana.

20 febbraio 2003

Milano, 20 febbraio 2003. La società di revisione Price WaterhouseCooper ha diffuso i dati relativi al 2002 che mostrano una realtà a due facce. Mentre a quantità, il mercato segna un deciso rialzo, il fatturato non cresce confermando che la crisi del settore persiste e viene solo limitata dal sempre più frequente ricorso a campagne di sconti da parte delle case discografiche e della distribuzione. Complessivamente il mercato cresce del 7,34% a unità vendute e dello 0,52% a valore. Le unità vendute nell'anno appena trascorso sono state in totale 47 milioni circa rispetto ai 43 milioni del 2001. Globalmente il fatturato del 2002 è stato di 340 milioni di euro contro i 338 dello scorso anno. Un incremento di soli 2 milioni di euro (quattro miliardi di vecchie lire) . Il cd album, la fetta più importante del mercato, cresce del 17,58% a unità e del 6,52% a valore. Forte contrazione nel segmento che racchiude generalmente le novità che cala del 9,00% a valore e del 5,62% a unità, confermando un andamento negativo già evidenziato nel primo semestre, mentre guadagna il cosiddetto catalogo medio prezzo con una crescita del 64,21% a valore e del 71,74% a unità.Continua la caduta dei singoli che calano del 17,75% a unità e dell' 15,99% a valore. Crescono le compilation sia italiane che internazionali che rappresentano, complessivamente, il 12% del mercato contro il 7% dello scorso anno. Il repertorio italiano ottiene una nuova forte affermazione, già evidenziata nel primo semestre. La musica italiana rappresenta il 46% del totale contro il 48% dell'internazionale. Inversione di tendenza per il repertorio classico con un incremento a unità dell' 75,97% e del 13,85% a valore, e ciò dopo quattro anni di calo costante. Oggi la musica classica rappresenta il 6% del mercato. "I dati di mercato fotografano solo in parte la crisi del settore. Il contenimento delle perdite è stato limitato ma con sacrifici notevoli per il comparto industriale. La riduzione dei margini ha significato tagli di personale, contrazione degli investimenti sugli artisti emergenti. E più che mai necessario ora un intervento sulla fiscalità da parte del Governo", ha dichiarato Alberto Pojaghi, Presidente di FIMI. Vale la pena di segnalare che il mercato, rispetto al 1999, ultimo anno che ha visto indici di crescita, ha perso 40 milioni di euro (- 11%) e oltre 6 milioni di pezzi. Gli ultimi due anni sono stati molto duri, anche rispetto al 2000 il 2002 mostra un calo di oltre il 7% Piero La Falce, Presidente ed Amministratore Delegato di Universal Music, vicepresidente di FIMI, ha aggiunto:"La fotografia che si vede osservando i dati è molto nitida. Le aziende hanno limitato l'impatto della crisi ricorrendo a continue campagne promozionali sul catalogo, ma pagando costi enormi in termini di ristrutturazioni e portando in cassa poco in termini di fatturato. Una situazione non più sostenibile. Questo è un settore industriale che non gode di incentivi alla rottamazione, sostegni fiscali e che affronta una crisi di mercato enorme solo con le proprie risorse. Cresce anche il settore dei video musicali, trainato dalle performance del DVD musicale, una crescita del 93% a unità e del 47% a valore. "Un repertorio italiano forte ha anch'esso contribuito a contenere la crisi, e quindi non tutti i segnali sono negativi, ma la crisi ha avuto un forte impatto anche sulle imprese indipendenti, tra le più dinamiche nella ricerca e nello sviluppo. La frenata negli investimenti rischia di inaridire proprio l'area più delicata per lo sviluppo di nuovi artisti", ha affermato Mario Limongelli, Vicepresidente di FIMI e coordinatore del gruppo Piccola e Media Industria della Federazione. Ancora forte il fenomeno della contraffazione discografica anche se il 2002 ha visto le forze dell'ordine colpire con durezza le organizzazioni criminali attive nel settore. Secondo i dati forniti dalla Federazione contro la pirateria musicale (FPM), solo nel primo semestre dell'anno i cd pirata sequestrati sono stati oltre 1 milione e 100 mila (+ 149%). In tutto il 2001 i cd sequestrati erano stati 1 milione e 200 mila. I masterizzatori sequestrati sono stati 397 contro i 345 dello stesso periodo dello scorso anno (+ 15%). 812 i soggetti arrestati, il 225% in più rispetto all'anno precedente. FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana aderente a Confindustria, rappresenta oltre 80 imprese discografiche italiane, tra le quali le maggiori aziende del settore e più di settanta etichette indipendenti per un totale di oltre 2500 marchi discografici tra i più noti nel mondo. Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa FIMI Tel 02/795879 elena.strada@fimi.it