Tempo di Libri Milano | Incontro con FIMI

11 aprile 2017

Il settore musicale è stata la prima industria dei contenuti ad essere travolta dal digitale e dalla pirateria, eppure ha saputo riorganizzare il suo modello economico rispondendo ai nuovi bisogni del pubblico. Cosa può imparare l’editoria da questo percorso?
Interverranno: Andrea Laffranchi (Corriere della Sera) Gianni Peresson (Aie) Andrea Rosi (Sony Music Italy | Vice Presidente Fimi). Mercoledì 19 aprile durante Tempo di Libri, dalle 13.30 alle 14.20 in Sala Bodoni (pad. 2).

Il settore della musica anticipa i cambiamenti delle industrie dei contenuti?

La digitalizzazione che ha investito il settore dei contenuti negli ultimi 20 anni ha determinato prima un trauma e poi la necessità di una reazione repentina e profonda. Questo ha significato: ritornare ad osservare il mercato, analizzare le nuove modalità di fruizione dei contenuti per poi sfidarsi su strade inedite e rischiose. Cogliere le esigenze di un mercato completamente rinnovato ha comportato la nascita di nuovi modelli di sviluppo e distribuzione del prodotto e dei contenuti, di nuove modalità di valorizzazione e promozione su differenti canali attraverso interventi strategici sempre più personalizzati e flessibili, per ottimizzare i risultati in modo da recuperare quanto perduto e rinvigorire la prospettiva di crescita per il futuro.
Per l’industria discografica, ad esempio, intraprendere percorsi inediti ha richiesto una costante valutazione delle modalità di intervento e la necessità di diventare più veloci nelle risposte al cambiamento: i processi standardizzati lasciano sempre più spazio alla customizzazione, la smaterializzazione del prodotto diventa stimolo all’incontro fisico tramite in-store o concerti, la maggiore accessibilità ai contenuti a prezzi bassi o anche irrisori sembra non porsi in contrasto con la necessità di possesso in una dinamica che alterna in modo complementare la maggiore possibilità di accesso al contenuto con la maggiore spesa per prodotti selezionati e iconici come i vinili. I dati di mercato più recenti mostrano infatti, una crescita importante dello streaming audio, che è il driver principale dell’intero comparto digitale in concomitanza con una costante crescita della vendita del vinile che occupa ormai il 6% del mercato totale in Italia. La nuova dieta di consumo musicale, richiede maggiore attenzione ai tanti partner che orbitano nel settore: quelli tecnologici tanto quanto i retailer tradizionali. Lo streaming sta così giocando due ruoli: da un lato è fortemente condizionato dalla sua capacità di essere una piattaforma di discovery dove conoscere le novità (in questo contesto sta portando una sfida epocale anche nei confronti della radio) e dall’altro promuove e traina anche le vendite fisiche, in particolare del vinile. La personalizzazione, l’alta dipendenza dai big data e la capacità di adattarsi rapidamente al cambiamento sono ormai le caratteristiche principali di un settore che ha imparato dalla disruption digitale a costruire continuamente nuove opportunità.