Crisi da Coronavirus: la musica in streaming aiuta a sentirci meno soli

12 marzo 2020

Con le ultime iniziative per frenare il contagio, il governo italiano ha definitivamente costretto la maggior parte della popolazione a stare a casa ed evitare il più possibile contatti ravvicinati. In questa tragica situazione, che ha naturalmente sortito anche la chiusura di locali, discoteche e il blocco di concerti di ogni genere, ognuno di noi cerca di tenersi comunque collegato alla propria vita, compreso l’ascolto della musica.

Oggi, grazie allo streaming musicale e all’enorme offerta da parte di piattaforme come Spotify, Amazon, Apple Music, Tim Music, Tidal, possiamo fortunatamente continuare ad ascoltare la nostra musica preferita, anche stando relegati in casa, provando anche, allo stesso tempo, a trovare le occasioni per scoprirne di nuova o costruirci playlist con le incisioni del passato.

L’ascolto di musica già oggi nel mondo, secondo i dati di IFPI, è di 18 ore alla settimana (oltre 16 in Italia): si tratta di iù di 2,6 ore in un giorno (l’equivalente di circa 52 canzoni), ed è un dato in costante crescita. Il 27% ascolta musica con uno smartphone, il 19% tramite un pc e l’8% tramite un hi-fi. Crescono anche gli smart speaker, arrivati ormai a segnare l’8%.

Molti sistemi di home entertainment, d'altronde, offrono grandi prestazioni per la musica in streaming in HD e tutta la famiglia può cercare rifugio e conforto nell’ascolto di musica, che studi scientifici hanno confermato essere uno dei più potenti anti depressivi. Abbonarsi alle piattaforme, scegliere le più belle playlist, farne delle proprie condividendole con gli amici a distanza è un modo di gestire la socialità pur rimanendo lontani. Personalmente ho creato alcune playlist per mia madre, chiusa da settimane in una clinica per evitare contagi, e anche questo ci tiene vicini. Le mando ogni giorno un link con qualcosa da ascoltare o le segnalo alcune opere liriche da vedere su vari canali online. Per molti anziani la musica è una grande compagnia, non dimentichiamolo.

Per i ragazzi nati nel 2001 dagli inizi di marzo si è anche aperta una nuova opportunità, quella del Bonus cultura con ben 500 euro da spendere in musica, utile anche per acquistare online vinili o cd, oppure per farsi un utile abbonamento premium a Spotify. Un’ottima chance visti i tempi.

Tutta la musica aiuta, ma un ricercatore - Jacob Jolij, neuroscienziato dell’Università di Gronigen - ha anche determinato quale musica serva di più a favorire l’umore positivo: le composizioni sonore il cui tempo è uguale o maggiore a 150 beat per minuto possono infatti fornire una grande quantità di energia al cervello. E allora cosa aspettiamo a fare questa infornata di canzoni nell’era del lockdown?