Mentre sul palco dell’Ariston di Sanremo si consumava la titanica kermesse televisiva, le principali rappresentanze del settore musicale e di Confindustria Cultura, a pochi passi dal teatro, ricordavano al governo italiano l’assoluta urgenza nel recepimento della Direttiva sul Copyright approvata ai primi del 2019 dal Parlamento EU.
La normativa comunitaria ha visto un lungo e articolato scontro in sede europea ma, alla fine, ha prodotto un complesso ma bilanciato testo che gli Stati membri dovranno recepire entro il 2021.
“La direttiva Copyright, approvata dal Parlamento di Bruxelles dopo anni di dibattito, rappresenta un punto di equilibrio tra gli interessi dei consumatori, delle piattaforme e dei creatori di contenuto per uno sviluppo sano ed efficace dell’economia digitale dei prodotti culturali. Confidiamo nella responsabilità sempre dimostrata dal ministro Dario Franceschini per il non più procrastinabile recepimento delle norme nell’ordinamento italiano” ha commentato a margine degli Stati Generali dell’industria musicale, il Presidente di Confindustria Cultura Innocenzo Cipolletta.
Il vertice delle principali federazioni del settore è avvenuto poco prima dell’annuncio, da parte di YouTube, dei primi dati ufficiali dei ricavi generati dalla piattaforma nel 2019: si tratta di una cifra imponente, 15 miliardi di dollari, soprattutto se confrontata con il valore complessivo dei ricavi dell’industria musicale, che arrivano a 21 miliardi, dei quali poco più di 15 dal digitale.
I ricavi di YouTube rappresentano il 10% di tutto il giro di affari di Alphabet. Sul blog di YouTube, Susan Wojcicki ha comunicato in seguito che ammontano a 3 miliardi di dollari i ricavi versati all’industria musicale nel 2019, pur non specificando se si tratta solo di discografia, diritti editoriali o d’autore, promozioni con gli artisti, ecc.
Certamente i dati mostrano che almeno il 20% di tutti i video di YouTube sono tutt’ora basati su contenuti musicali, e nove su dieci dei video più visti della storia della piattaforma sono di artisti musicali. È importante sottolinearlo proprio in una fase nella quale la normativa europea ha l’obiettivo di superare il divario di valore (value gap) generato da alcune piattaforme rispetto ad altre. Su questo punto si concentra anche l’appello dei creativi e dell’industria musicale al ministro Franceschini affinché la normativa italiana venga aggiornata offrendo un maggiore equilibrio nei ricavi per tutta la filiera. Il settore musicale è quello che ha fatto i progressi più evidenti nel mondo digitale: oggi anche in Italia lo streaming rappresenta oltre il 70% dei ricavi, ma è ancora evidente una certa distorsione nel modello dei ricavi e questa disfunzione va risolta al più presto.