L’industria musicale globale a 200 miliardi di dollari nel 2035. Il traino di mercati emergenti e superfan

Secondo le ultime previsioni di Goldman Sachs, nell’annuale report “Music in the Air”, nonostante il complesso clima economico, l’industria musicale continuerà a rimanere resiliente con entrate globali previste in crescita da 105 miliardi di dollari nel 2024 a quasi 200 miliardi nel 2035. Pur osservando un rallentamento nel 2024 (crescita solo del 6,2% rispetto al 15,6% del 2023), gli analisti ritengono che il settore abbia ancora ampio margine di espansione.

Tra i fattori trainanti è sempre lo streaming a guidare, soprattutto con riferimento ai nuovi mercati emergenti: si prevede che gli abbonati a servizi di streaming musicale passino da 752 milioni nel 2024 a 1,5 miliardi nel 2035. In questi mercati si prevede di arrivare ad un tasso di penetrazione del 14% nel 2035 da un 8% attuale. Sono mercati che già il report annuale di IFPI aveva indicato a forte crescita. Nel 2024 l’area MENA (Medio Oriente Nord Africa) è cresciuta del 22,8%, l’Africa sub sahariana del 22,6% e l’America Latina del 22,5% ben al di sopra della media globale del 4,8%. Si tratta di mercati più sensibili alle dinamiche di prezzo ma che stanno mostrando segnali di miglioramento nella monetizzazione.

Le grandi etichette stanno investendo in acquisizioni e partnership in queste aree per aumentare la loro quota di mercato.

Il rallentamento nei mercati maturi come Usa e Regno Unito si prevedono leggere contrazioni pur compensate da modelli di monetizzazione innovativi: come l’aumento dei prezzi degli abbonamenti e la segmentazione degli utenti (es. “superfan”). I fan più accaniti potrebbero essere monetizzati meglio, con contenuti esclusivi e accessi anticipati e questo segmento potrebbe generare da solo oltre 6,6 miliardi di dollari aggiuntivi entro il 2035.

Attualmente tutti pagano lo stesso prezzo, ma il report suggerisce che i fan più accaniti sarebbero disposti a pagare di più per:
– Audio di qualità superiore
– Accesso anticipato a contenuti e merchandise
– Esperienze esclusive.

Goldman Sachs stima che il 20% degli abbonati attuali sia composto da superfan. “Al momento, tutti pagano la stessa tariffa fissa per un abbonamento alla musica in streaming — ma ai tempi dei CD non era così. Un ascoltatore assiduo comprava più CD. Quindi l’industria poteva monetizzare meglio questi superfan” afferma Eric Sheridan (Goldman Sachs Research).

La crescita degli abbonati allo streaming, secondo gli analisti, sarà accompagnata da un’inevitabile aumento del prezzo degli abbonamenti. Mentre lo streaming video ha visto aumenti regolari (15% ogni due anni), la musica è rimasta ferma. Negli USA, si spende in media $14/mese per la musica contro $69/mese per il video. Non a caso l’ARPU (ricavo medio per utente) medio per la musica è attualmente in calo:è sceso del 40% dal 2016, complice l’introduzione di piani famiglia e sconti.

In controtendenza invece le previsioni di crescita sul fronte del modello streaming sostenuto dalla pubblicità, dove le stime sono state riviste al ribasso: 5,7% annuo tra il 2025 e il 2030, rispetto all’11,3% stimato in precedenza.

Anche i concerti dal vivo, rallentati nel 2024 per eventi come le Olimpiadi e gli Europei, stanno mostrando forte ripresa nel 2025 con una previsione di crescita del 7,2 % annuo tra il 2024 e il 2030 con una domanda rimasta molto forte nonostante un aumento medio dei biglietti del 50% tra il 2019 e il 2024.

Infine, l’analisi si focalizza sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale dove tuttavia non sembra emergere un’evidenza di impatto significativo sui ricavi anche perché si intravedono segnali di collaborazione tra gli editori di contenuti e le piattaforme di AI.

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