La grande risorsa del mercato europeo della musica nel contesto globale

L’ultimo report sulla musica in EU, pubblicato da IFPI conferma come il continente rimanga ormai da tempo un leader globale nella musica, ospitando un’eccezionale varietà di artisti talentuosi provenienti da tutta la regione, che promuovono e celebrano una vasta gamma di generi e culture.

Economicamente l’Unione Europea rappresenta il secondo mercato mondiale per la musica registrata, dopo gli Stati Uniti con ricavi, che nel 2024, hanno raggiunto i 5,7 miliardi di euro, rappresentando il 20,7% del mercato globale.

La crescita dei ricavi nell’UE è stata superiore a quella di Stati Uniti, Cina e Brasile messi insieme, trainata soprattutto dall’aumento degli abbonati ai servizi di streaming a pagamento e dagli aumenti di prezzo delle piattaforme.

Secondo Victoria Oakley, CEO di IFPI: “Il positivo ambiente musicale dell’UE è il risultato di anni di investimenti, duro lavoro e passione per lo sviluppo dei talenti. Le etichette discografiche sono al centro di questo processo: investono in nuovi artisti, ne favoriscono la crescita e promuovono la musica sia in Europa che sulla scena globale. Questo impegno ha creato un ecosistema in cui sia la cultura che le economie locali possono prosperare”.

Lo streaming e gli artisti locali come motore di crescita

Il 77,4% della crescita dei ricavi è dovuto all’engagement degli utenti con lo streaming a pagamento e nonostante questo la UE mostra ancora ampi margini di crescita nello streaming rispetto ad altri mercati maturi, grazie a una penetrazione degli abbonamenti tuttora inferiore rispetto a USA e UK. Ad esempio, in Italia, la conversione dagli utenti free verso gli abbonamenti resta tutt’ora ancora lontana dalla media benché, anche se nel primo semestre del 2025 i ricavi dagli abbonamenti siano cresciuti ancora oltre il 12%, molto di più di Germania e Francia. In media, il 50,9% delle tracce nella top 10 annuale di ogni paese UE sono di artisti nazionali, con un ulteriore 7,7% di altri artisti UE.

In paesi come Italia, Finlandia e Ungheria, tutta la top 10 annuale è interamente composta da artisti locali. Secondo Victoria Oakley: “Una cosa che distingue la musica europea è la straordinaria diversità dei talenti locali. Ogni paese europeo contribuisce con qualcosa di unico e prezioso al panorama musicale del continente. Che si tratti di successi in cima alle classifiche o di sonorità tradizionali, gli artisti europei stanno lasciando il segno e le opportunità di successo globale non sono mai state così grandi”.

Ruolo delle etichette discografiche

Anche in Europa le etichette restano fondamentali per scoprire, sviluppare e promuovere nuovi talenti. Nel 2024, le etichette hanno investito 8,1 miliardi di dollari a livello globale in A&R e marketing e l’accesso al mercato ha dato una spinta significativa al reddito dei creativi. Gli artisti che collaborano con le tre principali major hanno visto crescere la loro remunerazione del 121% dal 2016 al 2024, più della crescita dei ricavi delle stesse etichette. Il report di IFPI offre un interessante spaccato degli investimenti realizzati su nuovi talenti in Paesi come Polonia e Romania e sul successo, ormai consolidato negli anni, dell’export della musica svedese.

Questo conferma anche che le opportunità di successo globale per gli artisti europei non sono mai state così grandi, grazie al supporto di etichette che operano trasversalmente su tutte le piattaforme e alle nuove tecnologie innovative.

Intelligenza Artificiale e politiche UE

L’IA rappresenta una grande opportunità per amplificare la creatività umana, ma pone anche rischi se usata senza regole. Secondo IFPI si deve salvaguardare l’importanza di una regolamentazione forte come l’AI Act che protegga la creatività e i diritti degli artisti, impedendo l’uso non autorizzato della musica da parte degli sviluppatori di IA. Un elemento importante in questo contesto è il ruolo della Commissione Europea per garantire una reale applicazione delle nuove norme sull’IA.

Di recente, molti artisti, tra i quali gli italiani Laura Pausini e Dardust, hanno preso posizione in Europa ricordando come l’intelligenza artificiale sia un’opportunità ma “gli artisti dovrebbero avere il controllo delle proprie opere e poter verificare se la loro musica è stata utilizzata per addestrare modelli di intelligenza artificiale”.

Per Lodovico Benvenuti, Director of Multilateral Relations and Regional Director Europe di IFPI: “L’AI Act è la prima legge al mondo che mira a regolamentare lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e a dare l’esempio per una governance responsabile dell’IA. Il Codice di condotta per i modelli di IA per finalità generali (GPAI), il modello per la Trasparenza e le Linee guida GPAI sono fondamentali per l’attuazione efficace dell’AI Act ma purtroppo, finora, rischiano di non riuscire a mantenere la promessa. È essenziale che la Commissione europea adotti ora misure attive ed efficaci per garantire un’effettiva conformità alla legge sull’IA”.

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