Così lo streaming ha rivoluzionato per sempre il mercato della musica

1 settembre 2017

Si è parlato molto della rivoluzione digitale e della vera e propria disruption che lo streaming ha portato nel settore discografico, ma gli effetti reali cominciano a misurarsi solo analizzando a fondo alcune recenti notizie.

Goldman Sachs, pochi giorni fa, ha annunciato che, secondo le proprie previsioni, il mercato discografico globale raggiungerà i 41 miliardi di dollari nel 2030, dei quali 35 deriveranno dallo streaming. La stessa società ha anche rivisto al rialzo le valutazioni delle due principali major del settore, Universal Music e Sony Music prevedendo che entrambe possano superare i 19 miliardi di dollari.

Lo streaming traina anche il mercato delle etichette indipendenti

Le notizie finanziarie non mostrano però solo potenzialità per le principali imprese (Warner Music ha appena rinnovato l’accordo con Spotify). Merlin, il principale aggregatore digitale delle etichette indipendenti ha annunciato nei giorni scorsi di aver superato per la prima volta il miliardo di dollari di diritti distribuiti. Già nel 2016 la società, che raccoglie il mandato di oltre ventimila etichette indipendenti a livello globale, aveva annunciato una crescita di otto volte in cinque anni. Per Martin Mills, boss della Beggars, la label che produce Adele e Vampire Weekend la musica digitale è un segmento di mercato più equilibrato e lo streaming sta consentendo alle etichette indipendenti di raggiungere un pubblico globale, praticamente senza confini, cosa più difficile nell’era del CD e del vinile.

Lo streaming e il successo di Despacito

Ad esempio, un mercato come quello del Brasile, offuscato da una devastante pirateria nell’era del compact disc, è diventato per le indie, più remunerativo della Francia. Pochi distributori fisici costituivano una rilevante barriera all’ingresso del mercato quando oggi, con le piattaforme streaming, un album o un brano può essere disponibile inpochi minuti dal caricamento ovunque. Lo streaming è anche la principale ragione dell’incredibile successo di Despacito, la hit di Luis Fonsi e Daddy Yankee, il video più visto su YouTube di tutti i tempi, e più in generale dell’affermazione globale della latin music. I ricavi della latin music, anche se ancora limitati rispetto al fatturato globale stanno crescendo sempre di più e soprattutto fuori dai tradizionali Stati.

Per Alejandro Duque, amministratore delegato di Universal Music Latin, originariamente la musica latina poteva sfondare in particolare nei Paesi di lingua spagnola, ma oggi, grazie allo streaming Despacito è diventato una hit perfino in Giappone e lo stesso accade per molti artisti latino americani, ormai star globali sui quali le aziende hanno investito in anni difficili in Paesi come Colombia, Messico e Brasile, ma che ora ripagano questi investimenti. Per Stu Bergen, CEO di Warner Music, oggi il mercato è potenzialmente infinito e lo streaming può diffondere un successo da un lato all’altro del pianeta.