Nuova legge Copyright in Italia: cosa cambia per il mercato musicale
Dopo sei anni travagliati, nel luglio 2021 anche l’Italia ha recepito, nella legge sul diritto d’autore nazionale, molte innovazioni introdotte dalla direttiva copyright che ha avuto un percorso non facile e molto contrastato negli anni precedenti. Un lungo percorso per arrivare qui: la direttiva UE La riforma del diritto d’autore ha di fatto preso il via in occasione della presentazione della strategia per il Digital Single Market, nel maggio del 2015, quando, nel contesto di un ampio complesso di iniziative per modernizzare il mercato digitale in Europa, la Commissione ha presentato anche le linee strategiche sui contenuti. La Commissione aveva così preannunciato la presentazione di proposte legislative per assorbire le differenze fra i diversi regimi nazionali del diritto d’autore e aprire maggiormente agli utenti l’accesso online alle opere in tutta l’UE, anche mediante ulteriori misure di armonizzazione. Le proposte riguardavano: i) portabilità dei contenuti di provenienza lecita; ii) accesso oltre frontiera ai servizi online di provenienza lecita, sempre nel rispetto della valenza dei diritti nel settore audiovisivo; iii) maggiore certezza del diritto, mediante deroghe armonizzate, circa l’uso oltre frontiera di contenuti per finalità specifiche (ad es., ricerca, finalità educative, estrazione di testo e dati, ecc.); iv) precisazione delle norme sull’attività degli intermediari in relazione ai contenuti coperti da diritto d’autore e, nel 2016, v) applicazione più moderna dei diritti di proprietà intellettuale, con particolare riguardo alle violazioni su scala commerciale (principio “follow the money”) e all’applicabilità transfrontaliera. La norma italiana su copyright L’effetto della norma italiana, che per quanto attiene a...
12/08/2021

