NFT per la musica: sarà una nuova bolla?
Anche nel campo della musica, il nuovo fenomeno del momento sembra essere rappresentato dagli NFT, ovvero i Non-Fungible Token: pacchetti di informazioni che descrivono e certificano la proprietà di un oggetto fisico o digitale. Ma sarà vera rivoluzione o finirà come molti hype che si sono sgonfiati senza i risultati attesi? NFT e musica Vero è che negli ultimi due anni tutto ciò che è stato associato all’industria musicale, dopo la svolta legata a un’innovazione spinta, ha portato a una forte crescita di valore del settore con decise iniezioni di liquidità e positivi riscontri per gli investitori. Le quotazioni di aziende musicali e di piattaforme streaming hanno realizzato importanti incrementi e le previsioni degli analisti, ad esempio di Goldman Sachs, parlano di una corsa all’oro legata alla musica da qui al 2030. Tra gli hype che tuttavia hanno mancato fino a oggi le promesse possiamo sicuramente collocare la blockchain, che dopo una prima fase di potenziale esplosione come killer application, è rimasta più che altro confinata ad una nicchia di mercato, nel segmento della gestione del copyright. Stesso discorso per i Non-Fungible Token. Sono definiti non fungibili perché sono unici e insostituibili possono essere venduti in cambio di denaro e quasi sempre in criptovalute. Sempre tramite una blockchain gli NFT sono certificati dalla criptovaluta del circuito Ethereum. In prospettiva possono anche essere agganciati ad altre blockchain che ovviamente ne certificassero le caratteristiche come autore, data e ora di creazione dei file digitale, dimensioni, e tutte le informazioni sul valore. Gli NFT possono anche essere frazionati tra più titolari o comproprietari...
25/03/2021