Lo streaming fa bene alla musica e ai consumatori: l’Antitrust UK fa luce sul mercato
Lo streaming ha trasformato l’industria musicale e per la prima volta è stato messo sotto la lente da una delle autorità di presidio del mercato in Europa: la Competition and Markets Authority, l’ente regolatore della concorrenza nel Regno Unito, ha pubblicato l’indagine conoscitiva istruita sei mesi fa sul segmento musicale dello streaming. Il documento finale è un approfondito studio sul mercato UK, ma le cui conclusioni sono evidentemente applicabili alla generalità dei mercati, trattandosi di un fenomeno – quello dello streaming – di portata globale. L’indagine dell’Authority UK I funzionari dell’autorità britannica, nella lunga disamina del settore hanno approfondito molti aspetti: l’impatto della digitalizzazione e dello streaming, la supply e la value chain del mercato, i rapporti tra publisher e case discografiche, major e indie, i creatori (artisti ed autori), l’impatto dello user generated content, i contratti, e così via. L’analisi ha poi approfondito l’impatto delle nuove tecnologie dello streaming sui consumatori e gli effetti della concorrenza sul rapporto tra piattaforme e case discografiche e nei rapporti con artisti e autori in un contesto in cui il mercato britannico si posiziona come terzo mercato discografico mondiale (nel 2021 è cresciuto del 13% a 1,8 miliardi di dollari) e gli artisti britannici restano tra i leader di mercato a livello globale con vendite di hit globali, come ad esempio Adele, nel 2021. L’analisi di CMA si è pertanto concentrata su tutte le aree del mondo dell’industria discografica al fine di valutare l’impatto sui consumatori e sulla concorrenza. Streaming musicale: i dati più significativi dell’analisi Soffermandoci sulle risultanze dell’indagine,...
31/08/2022